Emanuele Dotto, noto radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, ha ricevuto la diagnosi di sclerosi multipla progressiva un mese dopo il pensionamento, avvenuto a 67 anni e 6 mesi. Oggi, a 73 anni, affronta la malattia con determinazione, dichiarando: “Ogni giorno è un giorno guadagnato”.
La diagnosi e la vita quotidiana
Dotto, intervistato da La Repubblica, racconta che la malattia progredisce lentamente, ma senza prospettive di miglioramento. Sottolinea l’importanza del supporto della moglie Marina e della figlia Emanuela, affermando: “Non ce la farei senza mia moglie Marina e mia figlia Emanuela”. Nonostante le difficoltà fisiche, la mente e la memoria rimangono intatte, permettendogli di dedicarsi alla lettura e all’ascolto della musica.
Ricordi di una carriera
Ripercorrendo la sua carriera, Dotto ricorda i maestri di “Tutto il calcio minuto per minuto”: “Roberto Bortoluzzi: capace, colto e gentile. Massimo De Luca, un signore. Enrico Ameri, con quell’incredibile rapidità di parola e duttilità nel racconto. Sandro Ciotti, che commentando un clamoroso errore commesso in un Lazio-Milan disse: ‘Ha arbitrato il signor Lo Bello di Siracusa davanti a 80 mila testimoni’. Fuoriclasse”. Sottolinea inoltre come oggi, a suo parere, in radio e in televisione si urli troppo.
Il calcio come rito domenicale
Dotto riflette su come le partite in radio fossero un rito domenicale, paragonandole alla messa: “Il campionato era la messa cantata della domenica, con tutte le partite in contemporanea: prima si andava in chiesa, poi il pacchetto dei pasticcini, infine il pomeriggio allo stadio o alla radio”. Ricorda la sua prima radiocronaca, Varese-Lazio 1-1 del gennaio 1982, durante la quale una fitta nebbia gli impedì di vedere i gol. Chiese allora al dirigente del Varese, Beppe Marotta, di scendere negli spogliatoi per informarsi sui marcatori, dando inizio a una lunga amicizia.