Un San Siro gremito, più di 50.000 persone sotto un cielo limpido, e una voce che ha attraversato decenni, lingue e generi musicali. Elisa, per la prima volta nella sua carriera, ha conquistato lo stadio di Milano, trasformando un concerto in un’esperienza collettiva di emozione, arte e gratitudine. Tre ore di musica che non hanno semplicemente ripercorso una carriera lunga quasi trent’anni, ma l’hanno celebrata come un patrimonio condiviso.
Vestita di bianco, Elisa ha dato il via alla serata con una dichiarazione di poetica: Labyrinth, Rainbow e Broken. Un trittico per stabilire subito il tono della serata: portare ogni spettatore in alto, fin quasi a sfiorare il cielo. E ci è riuscita.
Tra scenografie rigogliose di liane e fiori e un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà, la cantautrice friulana ha attraversato tutte le stagioni della sua musica: dall’intimità di Una poesia anche per te, Heaven Out of Hell e Stay alla commozione palpabile con Eppure sentire (un senso di te), introdotta da parole dense di riconoscenza:
“L’unica volta che ho cantato questa canzone in questo stadio è stato con i Coldplay. Ora siamo qui per la mia musica. Mi avete regalato un sogno. Vi voglio bene.”
Un palco pieno di stelle
La scaletta si è snodata in tre atti, ognuno impreziosito da ospiti d’eccezione. Il primo duetto è con Giuliano Sangiorgi, per un momento intenso sulle note di Basta così e Ti vorrei sollevare, in un abbraccio che ha parlato più delle parole. Poi, dopo un breve cambio d’abito, Elisa ha incantato il pubblico con Almeno tu nell’universo, tributo a Mia Martini, seguito da un suggestivo medley: A tempo perso, It Is What It Is, Cure Me e Neon, fino all’energia fresca del nuovo singolo Sesso debole e della sempre amata Dancing.
Nel secondo atto, il palco si è trasformato in un club sotto le stelle. Con Se piovesse il tuo nome, Elisa ha cantato insieme a Dardust in un momento di rara intensità emotiva. Poi, l’arrivo di Lorenzo Jovanotti ha scatenato l’energia su Seta e Palla al centro, in un mix di ritmo, sudore e complicità.
Non è mancato lo spazio per la riflessione. Sul palco, Elisa ha parlato anche di cultura e impegno civile, sottolineando come “il senso civico passi anche attraverso la musica”.
La musica come linguaggio dell’anima
Tra gli applausi scroscianti, è toccato a Cesare Cremonini salire sul palco. Con Elisa ha interpretato Le tasche piene di sassi e Poetica, in un dialogo tra due voci tra le più profonde del panorama musicale italiano. Dopo Nonostante tutto, è il momento della sequenza più iconica: Luce (Tramonti a nord est), No Hero e L’anima vola. Un climax che ha ricordato a tutti perché Elisa è una delle artiste più amate del Paese.
“Avevo tanta paura di questo giorno,” ha confessato visibilmente emozionata, “invece è la cosa più bella che mi sia mai capitata. Sono in paradiso.”
Una notte da ricordare
Giorgia, tra le presenze più attese, ha illuminato ulteriormente la scena. Duetto da standing ovation sulle note di La cura per me, poi un momento di sorellanza con Together. Le due artiste, legate da una lunga amicizia, hanno voluto mandare un messaggio: “Abbiamo sempre bisogno di pace.”
A proposito di messaggi, sul palco è apparsa anche una bandiera della Palestina con la scritta Free Gaza, chiaro segno di impegno civile da parte della cantante.
Nel gran finale, le emozioni si sono moltiplicate con Gli ostacoli del cuore e A modo tuo, cantate insieme a Luciano Ligabue. Due brani simbolo, due momenti di comunione pura tra pubblico e artisti. Infine, O forse sei tu e Qualcosa che non c’è, per chiudere il cerchio con delicatezza e verità.