Cesare Cremonini, durante la presentazione del suo triplo album dal vivo “CremoniniLIVE25”, ha condiviso riflessioni profonde sul suo stato d’animo e sul panorama musicale attuale. Nonostante il successo dei suoi tour, con oltre 600.000 biglietti venduti nel 2025 e già 200.000 per il 2026, il cantautore bolognese ha rivelato di sentirsi ancora inquieto e non completamente sereno. Ha ammesso di avere “tante cose dentro che né gli stadi né l’album sono riusciti a guarire”.
La musica come business: una critica al sistema
Cremonini ha espresso preoccupazione per l’evoluzione dell’industria musicale, affermando che “la musica non è libera: è sempre più business, come una slot machine”. Ha sottolineato l’importanza di riconoscere il percorso artistico degli individui, al di là delle logiche commerciali. Questa visione critica emerge in un contesto in cui l’arte sembra spesso subordinata alle dinamiche di mercato.
Affrontare le proprie vulnerabilità: tra attacchi di panico e ricerca di equilibrio
Il cantautore ha condiviso esperienze personali riguardanti attacchi di panico legati al senso di vuoto, evidenziando la necessità di prendersi del tempo per sé stesso. Ha raccontato di un viaggio di due mesi intrapreso per ascoltarsi e affrontare le proprie inquietudini. Cremonini ha dichiarato: “Essere vulnerabile per me è una questione di sopravvivenza”.
Il filo del rasoio come motore creativo
Nonostante le difficoltà, Cremonini considera il “filo del rasoio” come la sua benzina, ovvero quella tensione costante che alimenta la sua creatività e lo spinge a superare i propri limiti. Ha sottolineato l’importanza di uscire dalla propria comfort zone, collaborando con artisti come Luca Carboni e Fiorello, per mantenere viva la propria arte.
