Carlo Verdone ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo agli eccessi del politicamente corretto nel mondo del cinema e ai possibili tagli ai finanziamenti per le produzioni indipendenti. Durante la presentazione della stagione finale di “Vita da Carlo” alla Festa del Cinema di Roma, l’attore e regista romano ha condiviso le sue riflessioni su questi temi.
Critica agli eccessi del politicamente corretto
Verdone ha manifestato riserve sugli estremi del politicamente corretto, citando esempi come l’uso dei termini “Genitore 1” e “Genitore 2”. Ha sottolineato l’importanza di contestualizzare le opere nel loro periodo storico, affermando che non si può cancellare Shakespeare perché considerato patriarcale. Ha inoltre evidenziato come la commedia all’italiana si basi spesso sulla scorrettezza e che, con l’attuale tendenza, rischierebbe di essere eliminata. Verdone ha concluso che l’eccessiva correttezza potrebbe compromettere la capacità di far ridere.
Presentazione della stagione finale di “Vita da Carlo”
Alla Festa del Cinema di Roma, Verdone ha presentato in anteprima i primi quattro episodi della stagione finale di “Vita da Carlo”. In questa stagione, il protagonista, dopo una gaffe al Festival di Sanremo e la conseguente gogna mediatica, decide di ritirarsi a Nizza. Lontano dai riflettori, ritrova il piacere delle giornate lente e il sollievo di passeggiare senza essere riconosciuto. Quando il Centro Sperimentale di Cinematografia gli propone la cattedra di regia, accetta con rinnovata energia, guidando sei giovani talenti nella realizzazione di un film collettivo sulla solitudine.
Preoccupazioni sui tagli ai finanziamenti per il cinema
Verdone ha espresso timori riguardo ai possibili tagli ai finanziamenti per le produzioni indipendenti, sottolineando che tali riduzioni potrebbero ostacolare l’emergere di nuovi talenti nel settore cinematografico. Ha evidenziato come molte produzioni non siano mai state distribuite e ha citato casi di finanziamenti ricevuti per film mai realizzati. Tuttavia, ha avvertito che tagliare i fondi alle produzioni indipendenti potrebbe limitare l’innovazione nel cinema italiano, mantenendo in circolazione solo i soliti film con gli stessi attori.
