C’è una risata che ha attraversato intere generazioni: quella della signorina Silvani, sogno proibito del ragionier Ugo Fantozzi. Dietro quell’icona comica c’è Anna Mazzamauro, attrice ironica, pungente e ancora oggi energica, che a dicembre spegnerà 87 candeline senza mai lasciare il palcoscenico.
«Se potessi la strozzerei, quella signorina Silvani», confessa al Corriere. «È stata la mia fortuna e la mia gabbia: nessuno dopo Fantozzi ha avuto il coraggio di offrirmi un ruolo diverso. Io Medea? Impossibile: il pubblico sentirebbe subito la Silvani che urla “merdaccia”».
Il debutto nella saga fu quasi casuale: «Il provino lo feci per la Pina, non per la Silvani. Mi presentai in rosso, tutta agghindata. Fu Paolo a dire: “Ha un sacco di difetti, ma li porta sui tacchi”. E così divenni il sogno erotico del ragioniere».
Con Villaggio, però, niente amicizia fuori dal set: «Gli chiesi una volta perché non ci vedessimo mai. Lui mi disse: “Perché frequento solo gente ricca e famosa”. Era una delle sue battute, ma non poi così tanto».
Nemmeno con Milena Vukotic scoccò la scintilla: «Per me la vera signora Fantozzi era Liù Bosisio, brutta e triste quanto serviva. Milena era troppo dolce. Per anni non ci siamo parlate, ci siamo conosciute davvero solo da poco. Il cinema illude: ti fa pensare che quella sul set sia vita vera».
E il futuro? Potrebbe arrivare da Hollywood. «Ho fatto un provino per un film con Al Pacino. Mi vorrebbero come mamma calabrese ai fornelli. Vediamo se accadrà. Sarebbe un bel colpo, a quasi 87 anni».
Mazzamauro non smette di sorprendere: donna di teatro, di cinema, di risate. Libera, anche quando la gabbia della Silvani sembra ancora lì a stringerle le spalle.