Addio a Ludovico Peregrini, il ‘Signor No’ di Rischiatutto

Ludovico Peregrini, noto come il 'Signor No' del quiz televisivo Rischiatutto, è scomparso all'età di 82 anni in Bretagna, Francia.

Ludovico Peregrini, noto al grande pubblico come il “Signor No” del celebre quiz televisivo “Rischiatutto”, si è spento all’età di 82 anni in Bretagna, Francia. Secondo il Corriere Della Sera, la notizia è stata comunicata dalla moglie Nicou e dalle figlie Sofia e Anna, che hanno dichiarato: “Si è spento all’età di 82 anni, in Bretagna, circondato da tutti i suoi cari”. 

Una carriera tra televisione e musica

Nato a Como il 27 giugno 1943, Peregrini si laureò in Lettere all’Università Cattolica di Milano. La sua carriera televisiva iniziò con “Settevoci” di Pippo Baudo, ma fu nel 1970 che raggiunse la notorietà collaborando con Mike Bongiorno in “Rischiatutto”. In questo programma, si distinse per il rigore con cui applicava il regolamento, guadagnandosi il soprannome di “Signor No”.  Oltre alla televisione, Peregrini fu autore di canzoni per artisti come Mino Reitano, Toto Cutugno e Mina.

Il ritorno in televisione e l’eredità lasciata

Nel 2016, Peregrini fece il suo ritorno sul piccolo schermo partecipando al remake dello storico quiz “Rischiatutto”, condotto da Fabio Fazio. Fu un’apparizione accolta con grande affetto dal pubblico, che lo ricordava con nostalgia per il suo stile garbato e la sua capacità di entrare nelle case degli italiani con discrezione ed eleganza. In quell’occasione, Peregrini dimostrò ancora una volta la sua naturale empatia e il legame autentico con i telespettatori, che non avevano mai smesso di apprezzarlo.

A ricordarlo con commozione è stata anche la sua famiglia, che ha voluto sottolineare come, oltre all’amore profondo per i suoi cari, ciò che gli dava più gioia fosse proprio la consapevolezza di aver potuto, grazie ai suoi programmi, tenere compagnia a tante persone. Una missione, più che un mestiere, che lui stesso viveva con senso di responsabilità e gratitudine. “Sentiva di avere un compito importante – ha raccontato un familiare – ed era felice ogni volta che qualcuno gli diceva di aver passato un momento più leggero grazie a lui”. Un’eredità fatta non solo di televisione, ma di umanità condivisa.

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