ABC sospende ‘Jimmy Kimmel Live!’ dopo commenti su Charlie Kirk

La rete televisiva ABC ha sospeso a tempo indeterminato il talk show 'Jimmy Kimmel Live!' in seguito a dichiarazioni del conduttore riguardo l'omicidio dell'attivista conservatore Charlie Kirk.

La rete televisiva ABC ha annunciato la sospensione a tempo indeterminato del talk show “Jimmy Kimmel Live!” in seguito a dichiarazioni del conduttore riguardo l’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk. Durante le puntate di lunedì e martedì, Kimmel ha criticato le reazioni politiche all’assassinio, suggerendo che il presunto assassino, Tyler Robinson, potesse essere un sostenitore di Trump, affermazione smentita dalle autorità e dalla famiglia di Robinson, che hanno indicato le sue inclinazioni politiche di sinistra. 

Reazioni e decisioni della rete

Le dichiarazioni di Kimmel hanno suscitato reazioni negative, in particolare da parte di Nexstar Communications, che ha deciso di non trasmettere più lo show sulle sue 23 stazioni affiliate. Andrew Alford, presidente della divisione broadcasting di Nexstar, ha definito i commenti di Kimmel “offensivi e insensibili in un momento critico del discorso politico nazionale”. In risposta, ABC ha sospeso il programma a tempo indeterminato, sottolineando la sensibilità e l’impatto polarizzante sia dell’incidente che delle osservazioni di Kimmel.

Interventi delle autorità e reazioni politiche

Il presidente della Federal Communications Commission (FCC), Brendan Carr, ha condannato le osservazioni di Kimmel, definendole “la condotta più malata possibile” e minacciando azioni regolatorie contro ABC e la sua società madre, Disney. L’ex presidente Donald Trump ha elogiato la sospensione dello show su Truth Social, definendo Kimmel “un malato” e lodando la decisione di ABC. 

Difesa di Kimmel e dibattito sulla libertà di espressione

Dopo la sospensione, numerose figure di Hollywood hanno difeso Kimmel, criticando la decisione di ABC come un colpo alla libertà di espressione. Il Writers Guild of America e SAG-AFTRA hanno condannato la sospensione, accusando il governo di censura e intimidazione. Attori come Ben Stiller hanno espresso preoccupazione per la soppressione dell’espressione artistica e il pericolo per le libertà democratiche. 

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