La recensione di Rush! della famosa rivista The Atlantic (a cura di Spencer Kornhaber) è una stroncatura in tutto e per tutto.
Come ben sappiamo, dalla vittoria prima di Sanremo e poi dell’Eurovision, nel 2021, i Måneskin hanno scalato le classifiche di tutto il mondo diventando un fenomeno planetario. Dopo qualche singolo di grandissimo successo, come Mammamia, Supermodel e The Loneliest, la band di Damiano David ha deciso di unire queste tracce con una serie di inediti nell’album Rush!, che uscirà domani e di cui stanno vedendo la luce le prime recensioni.
Sta facendo particolarmente discutere quella pubblicata ieri da The Atlantic, in cui si legge il titolo “Questa è la band che dovrebbe salvare il rock and roll?” con l’eloquente sottotitolo “i Måneskin sembrano molto più fighi di quanto sembri”.
Nell’articolo si pone la domanda “La popolarità dei Måneskin è un caso o è il segno di un cambiamento più profondo nei gusti mainstream?”. Le risposte sono estremamente chiare. Scrive Kornhaber: “Certamente i Måneskin fanno musica con ingredienti molto audaci. Ma il primo album in gran parte in inglese dei Måneskin in uscita venerdì, Rush!, dimostra con forza come in realtà il fascino della band non sia la loro musica”. Addirittura, secondo la recensione, la band romana proporrebbe un’imitazione delle sonorità di altre band pop rock.
Infatti, prosegue Kornhaber: “Le canzoni dei Måneskin sono chiaramente riciclate, così sfacciatamente mediocri che l’idea del gruppo che accende una guerra culturale tra rock e pop – e con essa, stereotipi su realtà e falsità, passione e prodotto – sembra nella migliore delle ipotesi tragica”. In più punti, l’articolo sostiene la tesi secondo cui il successo della band di Beggin’ sia dovuto più a una forte esposizione mediatica che a una vera rivoluzione musicale.
A qualche giorno di distanza dalla recensione tutto sommato positiva uscita su Rolling Stone, in cui i Måneskin erano definiti “eccessivi favolosi ridicoli”, ecco la stroncatura del The Atlantic. Rush!, in uscita domani, sarà davvero un album così divisivo?