Rino Gaetano: 75 anni dalla nascita del cantautore calabrese

Un viaggio nella vita e nella carriera di Rino Gaetano, dalla nascita a Crotone agli esordi al Folkstudio, fino al tragico addio nel 1981.

Il 29 ottobre 2025 segna un anniversario speciale: Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, avrebbe compiuto 75 anni. Nato a Crotone nel 1950 e tragicamente scomparso a Roma nel 1981, il cantautore calabrese è diventato un simbolo unico nel panorama della canzone italiana. A più di quattro decenni dalla sua morte, il suo sguardo ironico e disincantato sull’Italia continua a parlare alle nuove generazioni.

Dagli esordi al riconoscimento nazionale

Figlio di una famiglia originaria di Cutro, Rino trascorse i primi anni della sua vita in Calabria prima che la famiglia si trasferisse a Roma quando aveva circa dieci anni. Fu qui che il giovane Salvatorino — come veniva affettuosamente chiamato — adottò il diminutivo Rino, coniato dalla sorella Anna.

L’ingresso nel mondo musicale avvenne gradualmente: il suo debutto discografico risale al 1973 con il singolo “I Love You Maryanna / Jaqueline”, firmato con lo pseudonimo Kammamuri’s. Successivamente, con il nome di Rino Gaetano, iniziò a muovere i primi passi nel circuito dei club romani, tra cui il celebre Folkstudio dove era ormai un punto di passaggio obbligato per tante giovani promesse della musica. 

Il riconoscimento nazionale arrivò in parte grazie al Festival di Sanremo del 1978, dove presentò il brano “Gianna” — un episodio chiave che contribuì a farlo conoscere al grande pubblico. Ma al di là dei passaggi televisivi, il suo universo artistico si sviluppò in equilibrio fra satira, poesia e denuncia sociale.

Lo stile: ironia, denuncia e nonsense

Quella di Gaetano è una linguistica musicale peculiare: i testi mescolano allusioni e giochi di parole, ironia e paradosso, spesso con venature politiche — ma mai gratuite. Brani come “Ma il cielo è sempre più blu”, “Nuntereggae più”, “Aida” sono entrati nell’immaginario collettivo, non solo per la melodia, ma per la capacità di evocare l’Italia con le sue contraddizioni e limiti.

Un esempio emblematico è “Aida”, in cui Gaetano attraversa idealmente la storia del Novecento italiano, dal colonialismo al dopoguerra, fino ai casi di cronaca contemporanei (come lo scandalo Lockheed), intrecciando lirismo e denuncia. Il brano fa della repentina commistione fra alto e basso, ironico e politico, il suo marchio: poche canzoni hanno il coraggio di ascoltare “dietro” la canzone stessa.

Anche l’ultima sua opera inedita, l’album “E io ci sto” (1980), testimonia quanto Gaetano fosse capace di mettere in musica il suo sguardo critico: il conformismo, la televisione, l’industria dello spettacolo vengono sviscerati con una lucidità che oggi risulta sorprendentemente attuale. 

In occasione del 75° anniversario, è prevista una riedizione remasterizzata dell’album, con brani storici rimasterizzati a 192 kHz e contenuti inediti che offrono nuova lettura della sua immaginazione musicale. 

Un inedito e altri omaggi

Per il giorno dell’anniversario è stata svelata una sorpresa: un brano inedito, intitolato “Un film a colori (Jet Set)”, che reinterpreta “Jet Set” con un testo differente e un lato più intimo del cantautore. Il singolo è già disponibile sulle piattaforme digitali e anticipa la nuova edizione di “E io ci sto”, in uscita il 21 novembre 2025

Ma non è tutto: l’omaggio a Gaetano si estende al cinema. Dal 24 al 26 novembre sarà nelle sale “RINO GAETANO sempre più blu”, un documentario corale diretto da Giorgio Verdelli che ripercorre la sua vita mediante testimonianze, memorie, materiali d’archivio e punti di vista diversi. Al pubblico il racconto dell’uomo dietro il mito, attraverso lo sguardo della sorella Anna, del nipote Alessandro, dei musicisti con cui ha lavorato e degli artisti che ne riconoscono l’eredità. 

La famiglia stessa – Anna Gaetano e il nipote Alessandro – promuoverà il 29 ottobre un concerto-evento a Roma (Largo Venue), con la Rino Gaetano Band e ospiti come Piotta, Carlo Valente, Cristiano Cosa e Artù. In scaletta, non solo i grandi classici come Gianna, Aida e Mio fratello è figlio unico, ma anche brani meno noti come Le Beatitudini e Ti voglio

La casa discografica, Sony Music Italy, coinvolta nelle iniziative, offrirà ai collezionisti la sorpresa del vinile rosso con manoscritti originali nei cofanetti, oltre alla riedizione rimasterizzata.

Il mistero della morte e la forza del mito

La morte di Gaetano, avvenuta la notte del 2 giugno 1981, è un capitolo ancora controverso: l’incidente lungo la via Nomentana, lo schianto contro un camion, i ritardi nei soccorsi e l’impossibilità di ricoverarlo nei primi ospedali che contattarono sono fatti documentati. 

Negli anni sono emerse teorie alternative e interpretazioni simboliche: alcuni hanno sottolineato analogie con la sua canzone “La ballata di Renzo”, scritta dieci anni prima, nella quale il protagonista muore perché rifiutato da ospedali per mancanza di posti. Le coincidenze narrative e il mistero tuttora irrisolto hanno contribuito ad alimentare il mito attorno alla sua figura. 

La forza del mito risiede anche nel fatto che, a distanza di decenni, Gaetano è trascendente rispetto alle mode: cantanti contemporanei come Brunori Sas, Coez, Alfa, Achille Lauro citano la sua influenza, ne reinterpretano canzoni, lo considerano una “presenza invisibile” sempre attiva nella cultura musicale italiana. 

Perché ancora oggi ne parliamo

A sette decadi dalla sua nascita e oltre quarant’anni dalla morte, il lascito di Rino Gaetano non è solo musicale, ma culturale. Le sue parole, le sue canzoni, il suo modo di guardare l’Italia — con ironia, rabbia, speranza — continuano a trovare ascoltatori. Ogni generazione ne riscopre le strofe, le studia, le fa proprie.

In un’Italia dove i temi della disuguaglianza, del potere, dell’alienazione urbana non sono scomparsi, la voce di Rino appare oggi quanto mai attuale. Non è nostalgia: è un dialogo lungo con chi ascolta e ricerca. Il cielo può essere sempre più blu — e, attraverso la sua musica, Rino Gaetano ci invita a non smettere di guardarlo così.

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