Paul McCartney racconta i Wings: “Feci da paciere tra John e Yoko”

Paul McCartney racconta il suo intervento per riunire John Lennon e Yoko Ono, e riflette sulla fine dei Wings e sul suo percorso musicale post-Beatles.

Martedì esce in tutto il mondo il libro di Paul McCartney “Wings. Una band in fuga”, che racconta gli anni successivi ai Beatles attraverso la vita e la musica dei Wings, la band con cui l’ex Beatle affrontò il post-Beatles. Il volume esplora il periodo creativo e personale che ha definito la carriera di McCartney negli anni ’70.

Riflessioni sull’età e il tempo

Nel libro, McCartney riflette sul passare degli anni e sulla maturità:
“Sebbene poche persone amino parlare dell’età o dei problemi che inevitabilmente porta con sé, ci sono anche molti aspetti positivi”, scrive, sottolineando come la prospettiva acquisita con il tempo permetta di guardare alla vita con maggiore comprensione e gentilezza.

Tra conflitti e misericordia

Il periodo turbolento dei primi anni ’70 viene raccontato con sincerità:
“John e Yoko hanno trovato offensivo l’album RAM. Ripensandoci, era solo un periodo molto turbolento. Eravamo una famiglia. Le famiglie litigano, i fratelli litigano. E una volta che te ne rendi conto, puoi guardare indietro con misericordia e pensare: ‘Oh no, è stato davvero bello’, anche se a volte è stato caotico, a volte deludente, a volte persino molto triste.”

Il ruolo di paciere tra John e Yoko

McCartney ricorda anche il momento in cui aiutò John Lennon a tornare dalla West Coast:
“Mi viene in mente quando Yoko chiese a me e Linda di salvare John. Fui felice di farlo, di riportarlo dal suo vero amore. Era un dovere emotivo, era così che mi sentivo, volevo farlo sedere e dirgli: ‘Yoko dice che ti riprenderà se torni’, e sono molto orgoglioso che sia andata così.”

Empatia e amore nei rapporti fraterni

L’ex Beatle sfata anche i miti della stampa sui conflitti con Lennon:
“La stampa amava dipingerci come persone costantemente in conflitto, ma in realtà eravamo molto empatici. Non volevamo certo dominare il mondo o distruggere la vita di nessuno e, nel caso di John, credo che la risposta fosse l’amore. Era follemente innamorato di quella ragazza e quando si è innamorati si fanno cose folli.”

La musica dei Wings e il filo della nostalgia

Il libro affronta anche l’eredità musicale dei Wings, ancora oggi apprezzata:
“Per tutta la vita, e anche allora, ho voluto fare qualcosa di diverso. Per avere successo, doveva essere qualcosa di diverso. Volevo scrivere canzoni e l’ho fatto, ma col tempo è diventato un corpus di opere, senza che me ne rendessi conto.”
McCartney annuncia inoltre nuove creazioni:
“Adesso ho venticinque canzoni che finirò nei prossimi mesi, canzoni nuove e interessanti. Sento qualcosa, ascolto un brano musicale e penso: ‘Oh, mi piace’, e incorporo quella sensazione in una nuova canzone. Spesso il filo conduttore dei miei testi è la nostalgia, i ricordi di cose passate. Non mi interrogo troppo su come questo accada, sono semplicemente entusiasta che avvenga.”

Un libro intimo e personale

Pubblicato da La nave di Teseo e tradotto da Salvatore Serù, “Wings. Una band in fuga” offre uno sguardo intimo e personale su McCartney, tra musica, ricordi familiari e riflessioni sulla vita, rivelando il lato più umano e riflessivo di uno dei musicisti più iconici del XX secolo.

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