L’ex leader della band dei Timoria, Omar Pedrini – dopo alcuni problemi di salute – torna con dal prossimo 16 Giugno con un nuovo progetto discografico ricco id inediti dal titolo “Sospeso” in versione cd, vinile e ovviamente streaming su tutte le piattaforme digitali sotto l’etichetta Virgin Music LAS / Universal Music Italia.
Si tratta del diciottesimo disco del “cane sciolto del rock”, tra gli undici scritti per i Timoria e quelli solisti di cui “SOSPESO” è il settimo. Un lavoro prodotto col suo storico braccio destro Carlo Poddighe (anche coautore di alcuni brani) e suonato coralmente dalla ormai rodata Omar Pedrini Band, che conferisce al lavoro il sound di una solida rock ‘n roll band, con influenze sonore dal post punk – new wave al prog rock anni ‘70, un po’ Timoria, amato da sempre da Omar. “Nove canzoni e un’Ave Maria” le ha definite l’artista, in attesa di svelare la tracklist del disco.
“È una grande emozione introdurvi a questo nuovo lavoro, personale e sofferto, nato tra il periodo del Covid e le vicissitudini degli ultimi due anni. Presto altre novità! Stay tuned 😎” -scrive infatti così l’artista sul suo account ufficiale Instagram.
“Ero un po’ arrugginito dopo tutto questo tempo. Ormai faccio un disco ogni 6 o 7 anni, solo quando sento di avere qualcosa da dire di importante. Sono rimasto tanti anni lontano dal mondo della musica, sia per i miei problemi di salute, sia per motivi personali, quindi la discografia per un po’ di anni mi ha tenuto le porte chiuse. Non sto incolpando nessuno, sia chiaro: è più colpa mia che di altri. Non lavoravo quasi più, uscivo dalla terza operazione cardiovascolare, insomma mi davano ormai per un ex. Io non faccio mai mistero della mia malattia, perché credo così di potere aiutare altri e poi è il mio modo di superare le cose.” – confessa Pedrini, aggiungendo: “Credo che sia un po’ come il kintsugi l’antica arte giapponese di restauro delle ceramiche: si attaccano i cocci dei vasi rotti con della colla mescolata a della polvere d’oro, così le fratture, nel mio caso le cicatrici, abbelliscono la tazza invece che offenderla.”
E poi ancora: “Ho sempre pensato che le mie cicatrici fossero anche la mia bellezza, raccontassero di me, e le ho mostrate con orgoglio. Certo, non immaginavo di arrivare a così tanti interventi chirurgici, infatti il disco si chiama “Sospeso” proprio perché ero davvero sospeso, in fondo 5 interventi in due anni credo che siano un piccolo record”.