Negli ultimi anni, il Mediterraneo è diventato teatro di fenomeni meteorologici sempre più intensi, tra cui i cosiddetti Medicane — una contrazione di Mediterranean hurricane — che presentano caratteristiche simili agli uragani tropicali, ma con dinamiche e contesti geografici differenti.
Le differenze tra medicane e uragani
Gli uragani si formano su oceani tropicali e subtropicali, dove le acque calde (oltre i 26-27 °C) alimentano la crescita di sistemi ciclonici di grande potenza. Possono raggiungere venti superiori ai 200 km/h e coprire aree molto estese.
I Medicane, invece, si sviluppano nel bacino del Mediterraneo, generalmente tra l’autunno e l’inizio dell’inverno. Hanno dimensioni più ridotte e durata inferiore, ma possono comunque provocare forti piogge, mareggiate e venti intensi. A differenza degli uragani atlantici, spesso nascono da depressioni extratropicali che assumono poi caratteristiche simili ai cicloni tropicali, con un “occhio” ben definito e un nucleo caldo.
Previsioni e frequenza
I Medicane sono fenomeni rari: in media se ne registrano uno o due all’anno. Tuttavia, diversi centri di ricerca europei, tra cui Eumetsat e Copernicus, osservano un lento aumento della loro intensità negli ultimi decenni, legato al riscaldamento delle acque superficiali del Mediterraneo. Le previsioni a lungo termine indicano che, se la temperatura del mare continuerà a crescere, le condizioni favorevoli alla formazione di Medicane potranno diventare più frequenti.
Il ruolo del riscaldamento globale
Il cambiamento climatico influenza in modo diretto la dinamica di questi eventi. L’aumento delle temperature marine fornisce più energia alle perturbazioni, che possono così trasformarsi in cicloni più violenti e duraturi. Al tempo stesso, l’atmosfera più calda trattiene maggiore umidità, amplificando il rischio di precipitazioni estreme e alluvioni improvvise.
Gli esperti sottolineano che non si tratta di un incremento nel numero assoluto dei Medicane, ma di un’evoluzione verso fenomeni più intensi e potenzialmente distruttivi.
Impatto e adattamento
Negli ultimi anni, episodi come il Medicane Ianos (2020) in Grecia o Daniel (2023) in Libia hanno mostrato come il Mediterraneo possa essere vulnerabile a eventi simili agli uragani tropicali. Per questo, diversi Paesi stanno potenziando i sistemi di allerta precoce e gli strumenti di previsione meteorologica ad alta risoluzione, fondamentali per ridurre i danni e migliorare la prevenzione.
 
 
 

 
								 
 
