La storia dei Pink Floyd nelle classifiche italiane

Un'analisi del percorso dei Pink Floyd nelle classifiche italiane, evidenziando gli album più apprezzati e il loro impatto nel panorama musicale nazionale.

I Pink Floyd hanno avuto un rapporto altalenante con le classifiche italiane, con alcuni album che hanno raggiunto il vertice e altri che hanno faticato a emergere. Sorprendentemente, l’album più amato dagli italiani al momento della sua uscita non è stato né ‘The Dark Side of the Moon’ né ‘The Wall’. Inoltre, ‘The Final Cut’ ha raggiunto il primo posto in Italia.

Gli esordi e le prime classifiche

Nel 1967, l’album di debutto dei Pink Floyd, ‘The Piper at the Gates of Dawn’, non è mai entrato nella top 100 italiana fino all’edizione del 40ennale, quando ha raggiunto il primo posto tra i vinili, ma non tra i CD. All’epoca, la scena musicale italiana era dominata da artisti locali come Gianni Morandi, Adamo e Caterina Caselli, rendendo difficile per le band straniere emergere. Anche ‘A Saucerful of Secrets’ non si affacciò nelle classifiche al momento della sua pubblicazione, ma nel 1971, l’anno successivo all’inclusione di tre brani nella colonna sonora di ‘Zabriskie Point’ di Michelangelo Antonioni, che aveva raggiunto il 20° posto nella classifica annuale del 1970. Questo contribuì a far circolare il nome della band in Italia.

Il successo con ‘The Dark Side of the Moon’ e oltre

Il vero successo arrivò con ‘The Dark Side of the Moon’, primo album della band a conquistare la vetta in Italia. Questo segnò l’inizio di un decennio di successi nelle classifiche italiane, con album come ‘Wish You Were Here’, ‘Animals’ e ‘The Wall’ che raggiunsero posizioni elevate. Sorprendentemente, ‘The Final Cut’ del 1983 raggiunse il primo posto in Italia, nonostante le tensioni interne alla band e le recensioni contrastanti ricevute altrove.

Ristampe e riconoscimenti tardivi

Alcuni album dei Pink Floyd hanno ottenuto riconoscimenti nelle classifiche italiane solo anni dopo la loro pubblicazione originale. Ad esempio, ‘More’ non entrò mai in classifica fino alla ristampa del 2016, quando fece il suo ingresso al 43° posto. Allo stesso modo, ‘Ummagumma’ non entrò in classifica al momento della sua pubblicazione, ma nel 2016, grazie alla ristampa in vinile, ottenne un riconoscimento tardivo. Questi dati evidenziano come il rapporto tra i Pink Floyd e le classifiche italiane sia stato complesso e variegato, con successi immediati e riconoscimenti postumi che testimoniano l’influenza duratura della band nel panorama musicale italiano.

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