Fabri Fibra, all’anagrafe Fabrizio Tarducci, ha recentemente condiviso, nel corso di un’intervista a Vanity Fair, dettagli sul suo percorso artistico, dalle origini a Senigallia fino al successo a Milano. Nato nel 1976 in una città di provincia che offriva poche opportunità, Fibra ha trovato nella musica una via di fuga. «A casa mia ero un alieno, nessuno mi capiva. Finalmente, invece, ero tra i miei simili», ha dichiarato, ricordando le sue prime esperienze nel capoluogo lombardo.
Dalle difficoltà iniziali al successo a Milano
Negli anni ’90, Fabri Fibra ha iniziato a collaborare con produttori milanesi, nonostante le difficoltà iniziali. «Non avevo mai neanche visto una metropolitana, si figuri», ha raccontato. Dopo il primo album “Turbe giovanili” del 2002, ha attraversato un periodo di frustrazione, sentendosi senza futuro. Tuttavia, con l’uscita di “Mr. Simpatia” nel 2004 e “Tradimento” nel 2006, ha riportato l’attenzione sul rap italiano, firmando un contratto con la Universal e segnando una svolta nella sua carriera.
Il prezzo della fama e la scelta di non partecipare a Sanremo
Nonostante il successo, Fibra ha riflettuto sul prezzo della fama e sulle sue scelte artistiche. Ha sottolineato come la sua musica, spesso politicamente scorretta, non sia adatta al palco di Sanremo. «Faccio musica politicamente scorretta, non è un palco giusto», ha affermato, spiegando la sua decisione di non partecipare al festival.
Il rapporto con la famiglia e le origini a Senigallia
Nel brano “Ringrazio” dell’album “Fenomeno”, Fabri Fibra affronta il rapporto con la sua famiglia, esprimendo sentimenti contrastanti. «Mia madre mi ha rovinato la vita, mia madre. E non è mai finita con mia madre», canta nel ritornello, facendo riferimento a possibili percosse subite durante l’infanzia. Inoltre, nel brano, menziona anche il fratello Francesco, in arte Nesli, con cui ha avuto rapporti tesi.