Puntata di sabato 1 novembre 2025 – “Economia sotto zero: il turismo dei pinguini e la ricetta svedese della felicità”

Dal Polo Sud alla Svezia: viaggiare fa bene all’economia (e alla salute)

In Antartide non si parla d’altro: i ghiacci si ritirano, le colonie di pinguini si riducono e il turismo cresce. Sembra un paradosso, ma è l’immagine perfetta del nostro tempo: il cambiamento climatico non è solo una questione ambientale, è anche economica. Le stime ONU parlano chiaro: la perdita di biodiversità potrebbe costare al pianeta fino a 500 miliardi di dollari l’anno. E intanto aumenta la domanda di viaggi “polari” — crociere e spedizioni che promettono di “vedere i ghiacci prima che scompaiano” — vale già oltre 5 miliardi di dollari.

Mentre la fauna polare lotta per la sopravvivenza, cresce anche la consapevolezza: sempre più tour operator scelgono protocolli “zero emissioni” e investono in compensazioni di CO₂ per proteggere gli ecosistemi.

E nel frattempo? I pinguini continuano a fare la loro parte. Uno studio dell’Università di Helsinki ha scoperto che il guano dei pinguini di Adelia rilascia ammoniaca nell’aria, creando minuscole particelle in quantità tali da contribuire alla formazione di nubi sopra le coste antartiche. Insomma, nel loro piccolo, i pinguini “seminano” le nuvole e influenzano il clima locale. Non è fantascienza, ma scienza: queste simpatiche colonie di pinguini agiscono come vere “fabbriche naturali di nubi”, capaci di modificare la luce solare e il microclima locale; un tassello finora sottovalutato della complessa rete di interazioni tra ecosistemi e atmosfera. Certo, non raffreddano il pianeta da sole, ma dimostrano che anche gli ecosistemi più remoti hanno un ruolo attivo nel gioco climatico.

Mentre i pinguini difendono il loro habitat, a migliaia di chilometri di distanza un altro Paese del Nord Europa prova a difendere il nostro benessere insieme alla sua salute economica: la Svezia.
Lì l’ente del turismo Visit Sweden ha lanciato una campagna dal titolo “The Swedish Prescription”, una vera e propria prescrizione medica di viaggio. Sì, perché secondo gli svedesi — e diversi studi internazionali — una vacanza nella natura può fare bene alla salute. Il progetto invita medici e pazienti a scaricare un “referto simbolico” che suggerisce di sostituire, quando possibile, i farmaci con esperienze di natura, cultura e socialità: dal forest bathing alle saune sul lago, dal silenzio delle foreste al fascino del “friluftsliv”, la vita all’aria aperta.

Certo, non si tratta di una terapia clinica, ma di un messaggio forte: il turismo, specie quello lento, può essere anche prevenzione, se vissuto in modo sostenibile e consapevole immersi nella natura incontaminata. E forse, tra un bagno gelato in Svezia e una crociera tra i ghiacci, possiamo riscoprire un’idea più sana di benessere: quella che mette al centro l’ambiente, non il consumo. Ne parleremo sabato alle 8:30 su Radio Kiss Kiss, in Economia per Tutti con Luca Iovine e Raoul, per capire quanto vale — e quanto costa — il futuro del pianeta.

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