La polemica sulle manifestazioni di piazza di ieri a Milano continua a infiammare il dibattito pubblico. In un comunicato congiunto, Zerocalcare, gli scrittori Massimo Carlotto e Sandrone Dazieri, gruppi musicali come Modena City Ramblers, Bandabardò, Assalti Frontali e decine di altri artisti, tra cui Max Pisu, hanno preso posizione sugli scontri avvenuti alla Stazione Centrale durante lo sciopero generale.
Secondo gli artisti e intellettuali firmatari, “la violenza non è bloccare una stazione in un giorno di sciopero generale per provare a fermare il più grande genocidio di questo secolo, né l’insubordinazione ai silenzi complici di chi ci governa”. Il riferimento è alle tensioni che hanno portato alla caduta di alcune vetrate della stazione, subito etichettate come vandalismo dalla politica e dai media.
Gli artisti definiscono gli scontri “evitabili” se le autorità avessero gestito meglio l’ordine pubblico, sottolineando come in altre città stazioni, porti e autostrade fossero stati bloccati senza incidenti. “Violenza – scrivono – è stare in silenzio davanti al massacro di un popolo, è portare in un carcere minorile chi ha manifestato, è costruire una narrazione di comodo davanti a una massiva espressione di contrarietà alla guerra, all’occupazione coloniale e all’inazione del governo”.
Il comunicato evidenzia che chi ha cercato di entrare in Centrale ha usato modalità “muscolari” per forzare il blocco della polizia, ma senza seminare il panico come invece avrebbero fatto gli agenti, che hanno sparato decine di lacrimogeni, alcuni anche verso chi osservava dagli edifici circostanti.
“Come artisti e artiste sogniamo un mondo di pace, ma non cadiamo nel tranello di trasformare momenti di resistenza e di rabbia collettiva in una subdola giostra di trasformazione di concetti e immagini”, conclude la nota, confidando che gli arrestati vengano presto liberati e invitando il governo italiano a intervenire per fermare il genocidio a Gaza, incluso cancellando ogni forma di rapporto economico con Israele.
