Violenza sessuale, approvato l’emendamento sul consenso: cosa cambia in Italia

La Camera approva un emendamento bipartisan che ridefinisce la violenza sessuale: ora è reato ogni atto senza libero consenso. Ecco cosa prevede la nuova norma e le reazioni.

Ieri 13 novembre 2025 il Parlamento italiano ha approvato un emendamento fondamentale che modifica il reato di violenza sessuale, introducendo una nuova definizione di consenso esplicito. Questo cambiamento legislativo rappresenta una significativa evoluzione nella tutela delle vittime di abusi sessuali e riflette un adeguamento alle norme internazionali in tema di diritti umani e libertà sessuale. Vediamo cosa comporta questa nuova legge e quali implicazioni avrà per la società e il sistema giudiziario italiano.

La nuova definizione di consenso

L’emendamento approvato modifica l’articolo 609-bis del codice penale, in cui la violenza sessuale è stata ridefinita alla luce del concetto di consenso libero, esplicito e consapevole. In base alla nuova legge, per considerare un atto sessuale come violenza, non è più necessario che la vittima dimostri una resistenza fisica o psicologica, ma basta la mancanza di un consenso chiaro e volontario.

Con questa modifica, ogni atto sessuale senza il consenso esplicito della persona coinvolta sarà considerato un reato, anche se la vittima non ha fisicamente opposto resistenza. In pratica, il consenso deve essere dato prima, durante, e in ogni momento di un incontro sessuale, con la possibilità di ritirarlo in qualsiasi fase. Questo passo si inserisce nel quadro di un adeguamento alle normative internazionali, come la Convenzione di Istanbul, che chiedono di rivedere le definizioni giuridiche di violenza sessuale per proteggerne le vittime in modo più adeguato.

Le implicazioni per il sistema giuridico

Dal punto di vista giuridico, l’introduzione di questa nuova norma comporterà probabilmente una revisione delle modalità di accertamento del consenso durante le indagini e i processi. Gli avvocati e le forze dell’ordine dovranno adeguarsi a queste nuove definizioni e probabilmente dovranno confrontarsi con una maggiore difficoltà nel raccogliere prove tangibili di violenza o della mancanza di consenso.

Inoltre, le corti dovranno sviluppare una nuova sensibilità nell’interpretare i casi di violenza sessuale, tenendo conto delle dinamiche psicologiche e relazionali che precedono e accompagnano l’atto sessuale. Sarà essenziale che le vittime vengano trattate con la dovuta attenzione e rispetto, garantendo loro l’accesso a risorse legali e psicologiche adeguate.

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