Spiagge italiane, calo del 30%: balneari chiedono aiuto contro Bruxelles

I dati mostrano una forte diminuzione dei turisti sulle spiagge italiane. I gestori degli stabilimenti balneari chiedono interventi contro le direttive europee e lamentano prezzi troppo alti. La crisi del settore è al centro del dibattito pubblico.

Le spiagge italiane registrano un calo di presenze del 30% rispetto all’anno precedente. La stagione balneare 2025 è segnata da una diminuzione significativa dei turisti, con stabilimenti affollati solo nei fine settimana e molte località costiere che restano vuote durante la settimana.

Calo delle presenze e preoccupazione dei balneari

 Secondo le associazioni di categoria, la crisi è evidente: “Le spiagge sono vuote, la situazione è drammatica”, affermano alcuni gestori intervistati da Il Fatto Quotidiano. I balneari chiedono al governo di intervenire per difendere il settore dalle direttive europee. “Difendeteci da Bruxelles”, è l’appello che arriva da più parti. La causa principale sarebbe l’incertezza normativa legata alle concessioni demaniali e l’applicazione della direttiva Bolkestein. I gestori lamentano anche l’aumento dei costi di gestione e la difficoltà a mantenere i livelli occupazionali.

Prezzi e reazioni dei consumatori 

Il tema dei prezzi è al centro del dibattito. Alessandro Gassmann, citato da Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato: “Prezzi esagerati, abbassate i prezzi”. Molti consumatori si lamentano dei costi elevati per lettini e ombrelloni, che in alcune località arrivano a superare i 50 euro al giorno. Le associazioni dei consumatori chiedono maggiore trasparenza e tariffe più accessibili. I balneari sostengono che i prezzi sono giustificati dall’aumento delle spese e dagli investimenti necessari per garantire sicurezza e servizi.

Le richieste al governo e le prospettive del settore

 I rappresentanti dei balneari hanno chiesto al governo di intervenire con misure urgenti per sostenere il settore. “Serve una risposta immediata”, affermano alcuni gestori. Le associazioni di categoria chiedono una revisione delle norme europee e maggiori tutele per le imprese italiane. Il governo starebbe valutando alcune proposte, ma al momento non sono state prese decisioni definitive. Nel frattempo, la stagione balneare prosegue tra incertezze e proteste.

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