Una giornata di mobilitazione senza precedenti ha attraversato l’Italia il 3 ottobre 2025. Lo sciopero generale indetto da Cgil e Usb, in solidarietà con la Flotilla sequestrata dalla marina israeliana e contro la guerra a Gaza, ha paralizzato trasporti e servizi pubblici, coinvolgendo oltre cento città. La protesta, durata 24 ore, ha bloccato linee ferroviarie, porti e arterie stradali, con pesanti ripercussioni per i cittadini: ritardi fino a cinque ore a Milano Centrale, treni fermi a Firenze per l’occupazione dei binari, tangenziali chiuse a Brescia e il porto di Livorno paralizzato già dall’alba.
La partecipazione è stata altissima: 60mila persone a Roma, 50mila a Napoli, 30mila a Milano, con cortei imponenti anche a Torino, Firenze e Trento. Strade invase da studenti, lavoratori e sindacalisti hanno dato vita a un mosaico di manifestazioni spesso pacifiche, ma non prive di tensioni: a Padova si sono registrati lanci di fumogeni e bottiglie con la polizia costretta a usare idranti per disperdere il corteo.
Israele ha fermato ieri circa 470 attivisti diretti verso Gaza, tra cui diversi italiani. Nel pomeriggio, i quattro parlamentari arrestati – Marco Croatti (M5s), Arturo Scotto (Pd), Annalisa Corrado (Pd) e Benedetta Scuderi (Avs) – sono stati liberati e sono atterrati a Fiumicino. Restano invece ancora trattenuti decine di connazionali, per i quali il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato massimo impegno e visite consolari.
Accanto alle mobilitazioni di piazza, non sono mancate le voci politiche. Elly Schlein (Pd) e Giuseppe Conte (M5s) hanno partecipato ai cortei, attaccando il governo Meloni per la linea tenuta sul conflitto e sull’abbordaggio della Flotilla. Il segretario Cgil Landini ha denunciato le “minacce ai lavoratori” da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha definito lo sciopero “illegittimo” e ha chiesto risarcimenti per i danni causati.
Nel frattempo, da Catania e Otranto è salpata una nuova flottiglia con undici barche dirette verso Gaza, a testimonianza di un movimento che non intende fermarsi. La giornata del 3 ottobre continua quindi tra disagi, tensioni e un forte messaggio politico: il Paese si è fermato per chiedere il rispetto del diritto internazionale e per denunciare la tragedia in corso nella Striscia di Gaza.