La Davis resta azzurra, Cobolli ribalta Munar e chiude la finale: Italia nella storia

Flavio Cobolli trasforma un avvio complicatissimo in una vittoria straordinaria: travolto 6-1 nel primo set, resta agganciato al match, si prende il tie-break del secondo e chiude poi 7-5: l'Italia vince la terza Coppa Davis consecutiva.

L’Italia si conferma sul tetto del mondo del tennis. A Bologna, davanti a una SuperTennis Arena gremita e partecipe, la squadra di Filippo Volandri completa un ciclo straordinario e porta a casa la terza Coppa Davis consecutiva, un risultato che nessuno era più riuscito a centrare dai tempi del lungo dominio statunitense tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta.

La giornata era iniziata con il successo di Matteo Berrettini, impeccabile nel superare Pablo Carreno Busta con il punteggio di 6-3 6-4. Il suo punto ha sistemato l’Italia sulla corsia giusta e ha spinto il pubblico in un entusiasmo crescente.

Cobolli firma la svolta: un match riaperto punto dopo punto

A completare l’opera è stato Flavio Cobolli, chiamato a fronteggiare Jaume Munar nel secondo singolare. L’avvio, però, ha mostrato uno scenario opposto alle attese: il primo set si è chiuso sul 6-1 per lo spagnolo, che ha imposto ritmo e iniziativa. Da lì in avanti, però, la partita ha cambiato gradualmente volto.

Il secondo parziale, interrotto anche da un malore sugli spalti che ha rallentato l’atmosfera, è stato un lungo braccio di ferro. Cobolli ha resistito, ha trovato continuità e nel tie-break è riuscito a colpire nei momenti più pesanti, chiudendo 7-6 e rimettendo in equilibrio la sfida.

Il set decisivo è stato una lotta a piccoli dettagli: Munar incisivo al servizio, Cobolli in progressiva crescita negli scambi. Dopo una serie di turni conservati, l’azzurro ha piazzato il break sul 5-5 e, poco dopo, ha chiuso la contesa. Il tabellone finale — 1-6 7-6 7-5 — ha sancito la rimonta e, soprattutto, il punto che regala all’Italia un’altra Davis.

Un gruppo solido per un traguardo raro

Questa nuova vittoria colloca Volandri in una ristretta cerchia di capitani capaci di guidare una Nazionale a tre titoli consecutivi. L’Italia ha costruito il proprio percorso con prestazioni costanti: le vittorie su Austria e Belgio, la semifinale risolta da Cobolli al termine di un tie-break epico contro Bergs (17-15 dopo sette match point salvati), e infine questa finale tirata punto a punto contro una Spagna combattiva nonostante le assenze.

La forza collettiva è stata la chiave: l’esperienza di Berrettini, la maturazione di Cobolli, la compattezza del gruppo che negli anni ha trovato identità e continuità.

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