Israele si prepara a fermare con la linea dura la Global Sumud Flotilla, la più grande flottiglia umanitaria mai organizzata per Gaza, composta da circa 50 navi con attivisti provenienti da 44 Paesi. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha presentato un piano che prevede il sequestro delle imbarcazioni e la detenzione dei partecipanti in carceri speciali, con regole tipiche dei prigionieri di sicurezza.
Il piano presentato al governo
Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Ben-Gvir ha illustrato la proposta durante una riunione con il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Israel Katz, il ministro degli Esteri Gideon Saar e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer.
Il piano prevede di designare gli attivisti come terroristi e trattarli di conseguenza: detenzione prolungata, assegnazione alle prigioni di Ketziot e Damon (riservate ai detenuti per terrorismo) e privazione di privilegi come televisione, radio e cibo specializzato.
“Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza”, ha dichiarato Ben-Gvir.
Nessun privilegio in carcere
La novità principale riguarda la detenzione: a differenza delle precedenti missioni umanitarie, gli attivisti non verrebbero rimpatriati in tempi rapidi, ma trattenuti a lungo in strutture di massima sicurezza. Le condizioni di custodia, già criticate da organizzazioni internazionali, verrebbero equiparate a quelle dei prigionieri accusati di terrorismo.
La replica degli attivisti
La risposta non si è fatta attendere. Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, ha ribadito la legittimità dell’iniziativa:
“Noi non ci fermiamo, andremo avanti. Non ci facciamo intimorire perché sappiamo di muoverci nella totale legalità”.
E avverte:
“Mi auguro, nel caso in cui Israele metta in pratica arresti con il carcere duro, che il nostro governo intervenga. Siamo cittadini italiani e navighiamo in acque internazionali, quindi Israele non ha alcun diritto di arrestarci e sequestrare le nostre navi”.
Il ruolo dell’Italia
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricordato in un’intervista al Messaggero che l’Italia ha già accolto 181 bambini provenienti da Gaza: “Siamo il quarto Paese al mondo dopo Qatar, Arabia Saudita ed Egitto, per minori portati in salvo da Gaza. Più di tutti gli altri paesi europei messi insieme”.
Un caso destinato a crescere
La Global Sumud Flotilla annuncia di voler trasportare centinaia di tonnellate di aiuti umanitari per “rompere l’assedio” imposto da Israele a Gaza. Con le nuove misure annunciate, lo scontro politico e diplomatico tra Tel Aviv e le organizzazioni internazionali appare inevitabile.