La Global Sumud Flotilla si dice pronta al dialogo. A confermarlo è la portavoce della delegazione italiana del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, dopo l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Non c’è una chiusura cieca – ha spiegato – il direttivo ha deciso di mandarmi a Roma per portare avanti di persona il dialogo con le istituzioni».
La posizione della Flotilla
Gli attivisti restano determinati a mantenere la rotta verso Gaza, ma aprono alla possibilità di un corridoio umanitario permanente. «Siamo dispostissimi a trovarlo, ma questo non può essere un’alternativa alla libertà di navigazione in acque internazionali», ha ribadito Delia, chiarendo che l’obiettivo resta denunciare le limitazioni imposte dal blocco navale israeliano.
La portavoce ha sottolineato che «non c’è volontà di andare a farsi male per forza», chiedendo ai governi europei di valutare misure concrete come sanzioni a Israele in caso di attacchi alle barche in acque internazionali, fino a un possibile embargo sulle armi. Ha poi aggiunto: «Israele potrebbe garantire che una volta al mese si apra un corridoio navale affinché le navi dell’Onu possano portare via mare gli aiuti».
L’appello del Presidente Mattarella
Il Capo dello Stato, in una nota ufficiale, aveva chiesto agli attivisti di accogliere la mediazione del Patriarcato Latino di Gerusalemme per la consegna sicura degli aiuti. Mattarella ha ricordato «l’alto valore dell’iniziativa» e invitato i partecipanti a preservarne il senso senza mettere a rischio vite umane: «Il valore della vita, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona».
Le reazioni politiche in Italia ed Europa
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto disponibile a incontrare Delia: «Il mio telefono è sempre acceso, sono pronto ad ascoltare tutti». Ha confermato che la Farnesina segue «minuto per minuto» la situazione, garantendo assistenza consolare agli italiani a bordo e sottolineando la prontezza della Marina Militare in caso di emergenza umanitaria.
Da Bruxelles è arrivata invece la precisazione di Frontex: «Non è nel nostro mandato scortare la Flotilla». Nonostante le richieste di 58 eurodeputati a Ursula von der Leyen, l’agenzia europea ha ricordato di essere un organismo civile e non militare.
Anche la premier Giorgia Meloni ha ringraziato Mattarella per il suo intervento, invitando a «non assecondare chi sostiene che l’obiettivo sia forzare il blocco navale israeliano». Dalla stessa linea si è distinta la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha ribadito il valore umanitario della missione e chiesto protezione per gli attivisti: «Chi viola il diritto internazionale è Netanyahu, questi attivisti vanno tutelati».
Navi pronte a partire
Intanto, i membri degli equipaggi hanno confermato che le imbarcazioni sono «pronte a partire nelle prossime ore, mantenendo la rotta verso Gaza». La sfida rimane quindi aperta: tra l’appello alle trattative e la volontà di testimoniare sul mare, la Flotilla resta al centro di una delicata partita politica e diplomatica.