Durante la Seconda Guerra Mondiale, una nave viene bombardata e affondata, con l’equipaggio che perde la vita sia nell’esplosione sia a causa degli squali che infestano quelle acque. Ai giorni nostri, l’esperto marinaio Levi è alla ricerca di quel leggendario relitto, mai trovato fino ad ora. Ad aiutarlo nella missione c’è il giovane Noah, appassionato del mare e dei suoi segreti.
Un’immersione che si trasforma in incubo
L’arrivo improvviso di alcuni amici di Noah innesca una serie di eventi imprevedibili che alterano bruscamente l’equilibrio iniziale della storia. Tra loro c’è anche la sua ex fidanzata, la cui presenza diventa subito fonte di tensione, soprattutto perché ora è sentimentalmente legata a Brett, un ragazzo ricco, arrogante e spiccatamente snob. L’atmosfera si carica di rivalità, gelosie e vecchie incomprensioni non del tutto sopite.
Spinto più dall’ego e dal desiderio di impressionare che da reale interesse per l’esplorazione, Brett propone un’immersione nel luogo del misterioso ritrovamento. Per realizzarla, offre del denaro a Levi, convincendolo ad accompagnare il gruppo sul fondo dell’oceano. Quella che doveva essere un’escursione entusiasmante, quasi turistica, si trasforma rapidamente in un incubo.
Durante l’immersione, i protagonisti si rendono conto troppo tardi di aver sottovalutato i pericoli nascosti in quelle profondità: vengono brutalmente attaccati da un gruppo di squali famelici, creature letali che ancora infestano quelle acque oscure e dimenticate. L’avventura prende così una svolta drammatica e adrenalinica, catapultando il gruppo in una lotta disperata per la sopravvivenza, dove l’arroganza e l’imprudenza presentano il loro conto.
Suspense tra i rottami del relitto
Il film sfrutta la premessa di giovani ricchi che pensano di poter avere tutto, mettendoli nel ruolo di potenziali vittime. Le classiche dinamiche dello slasher emergono presto, con i comprimari che diventano prede per gli squali, rappresentati nella loro versione più aggressiva e implacabile. Le sacche d’aria presenti all’interno del relitto offrono rifugi momentanei, e la regia gestisce con efficienza l’ambientazione sottomarina, garantendo una tensione discreta per i novanta minuti di visione.
Tra cliché e mancanza di originalità
Nonostante una messa in scena efficace, il punto debole del film rimane la sceneggiatura, incapace di costruire personaggi credibili e schiava di archetipi nei loro rapporti. Il ruolo più interessante è quello affidato al compianto Julian Sands, nelle vesti di un lupo di mare che avrebbe dovuto conoscere i rischi dell’immersione. Tuttavia, la storia procede con diverse inverosimiglianze, sacrificando la coerenza in favore di uno spettacolo emoglobinico di routine.