In questa puntata di Dedikiss i nostri Marco e Raf hanno avuto il piacere di ospitare negli studi di Casa Kiss Kiss il giovane Settembre, in gara al Festival tra le Nuove Proposte con il brano Vertebre.
Siamo saliti al piano superiore di Casa Kiss Kiss e ci troviamo nel nostro salotto. Diamo quindi il benvenuto a Settembre!
Ciao ragazzi!
Ma la prima cosa che voglio chiederti…ieri ti sei divertito alla nostra festa di opening a Casa Kiss Kiss?
Tantissimo. Ho già detto che è stata la festa a cui mi sono divertito di più! Nessuno si deve offendere, ma lo dico. È stata davvero bellissima. Ci siamo divertiti. È stato bello.
Allora, prima partecipazione al Festival di Sanremo. Cavolo. Ne hai fatta di strada. Da che eri un bambino ad oggi. Come ti senti?
Sto vivendo un sogno che non immaginavo arrivasse a 23 anni. Ho sempre sperato che prima o poi arrivasse ed è arrivato. Lo sto vivendo giorno dopo giorno godendomela e volendo imparare. Per spiegarlo bisognerebbe entrare nella testa di un ragazzo di 23 anni che fa questo da sempre e la cui ambizione era appunto quella di venire al Festival di Sanremo e ci è riuscito. È tantissimo.
Ma tu canti da quando avevi…?
Da quando ho la capacità di parlare in pratica. Da sempre.
Anche se tu per un periodo sei stato youtuber.
Assolutamente. Le sai tutte!
A noi piace anche molto analizzare i testi delle canzoni e la tua la suoniamo già da un po’. C’è una frase che ci siamo appuntati e che volevamo condividere con te e gli ascoltatori, ovvero “Giochiamo a fare i grandi, ma piangiamo all’università, nessuno ci ha mai detto come piangere alla nostra età”.
Sono due frasi chiave della canzone. Giochiamo a fare i grandi, ma piangiamo all’università perché secondo me a vent’anni non si è né carne, né pesce. Non sei adulto, ma neppure adolescente. Cerchi in un certo senso di trovare la conformità alla vita adulta e inizi piano piano a costruirti, capendo come funziona la vita. Poi piangiamo all’università perché in fondo siamo ragazzi e abbiamo le nostre fragilità. E “nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età” è un po’ lo slogan del brano che vuole intendere il fatto che nessuno ci ha dato un manuale di vita per gestire queste debolezze, paure e insicurezze a vent’anni. Tutti abbiamo avuto vent’anni e posso dire che per la mia generazione sono stati forse più difficili rispetto a quelli dei nostri genitori con l’avvento dei social e tutte gli eventi storici che sono accaduti in quest’era.
Soprattutto i commenti che arrivano sui social…
Noi siamo state cavie dei social, perché prima non li aveva nessuno. Quindi hanno fatto un esperimento su di noi.
Ma a proposito di genitori…tua madre e tuo padre?
I miei genitori, non sapete come stanno! Mia madre piange ogni venti minuti! Papà felicissimo.
Ma prima di salire sul palco ce l’hai un rito scaramantico? O un oggetto che porti con te?
A parte il nostro cornetto rosso sempre presente, io prego un po’ da solo e poi vado.
Grazie Settembre per questa chiacchierata. Ti facciamo un in bocca al lupo!
Viva il lupo. Grazie ragazzi!