Solo la metà di chi si è diplomato quest’anno ha scelto di proseguire gli studi. La maggioranza, come di consueto, è composta da maturati del liceo classico o scientifico. In questo caso nove su dieci opta per l’università. Il minimo si tocca tra i maturandi dei professionali: solo uno su sette compare tra i nuovi iscritti. Era andata così anche lo scorso anno: il 51% dei neo-maturati ha puntato alla laurea.
In Italia mancano i laureati
Il dato di fatto è che in Italia sono pochi quelli che terminano il percorso di studi laureandosi. La maggioranza delle matricole è destinata a non completare il percorso di studi. Quelle che si conferma è la tendenza, i neo- universitari si orientano sempre di più verso le aree disciplinari più in linea con le richieste del mercato del lavoro, abbandonando giurisprudenza e lettere stanno cedendo il passo a quelle che sembrano essere
Dove vanno le matricole
I dati di riferimento più completi sono quelli del 2022. Al primo posto c’è il gruppo disciplinare “economico” (15,3%), poi quello di “ingegneria industriale e dell’informazione” (13,8%), seguito dal segmento “scientifico” nel suo complesso (12,5%). Solo l’area “medico-sanitario e farmaceutico” è al 10,1%, mentre il resto il resto non arriva alla doppia cifra.
È essenzialmente l’indirizzo di studio a influenzare l’area disciplinare. Tra chi esce dagli istituti tecnici, solo il 34,5% si iscrive all’università. Negli indirizzi “economici” si tocca il 36,2%, in quelli “tecnologici” si scende al 33,2%. Tra i diplomati negli istituti professionale solo il 13,7% cerca la laurea.