Tutti i vantaggi della settimana lavorativa di 4 giorni

Il risultato della settimana lavorativa breve sono maggiore felicità e produttività: ne parla l'esperta di lavoro Chiara Bisconti.

Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato del cambiamento delle modalità di lavoro: innanzitutto per quanto riguarda la settimana lavorativa di quattro giorni, ma anche del ruolo dell'Intelligenza Artificiale in futuro. Per fare il punto, è intervenuta l'esperta di lavoro Chiara Bisconti.

Buongiorno, Chiara, bentornata! La settimana di lavoro di quattro giorni è stata un successo in Gran Bretagna e ci sembra di capire che ci sia un’apertura in questo senso anche da parte dell’Italia, è possibile?

«Buongiorno, è un piacere risentirvi! È possibile anche in Italia ed è una notizia bellissima; finalmente il tempo è stato messo al centro delle riflessioni sul lavoro. Il tempo del lavoro che siamo abituati a pensare, come i classici cinque giorni dal lunedì al venerdì, sono convenzioni. Anche in prospettiva storica è lo stesso, rappresentano una diminuzione rispetto a prima. Questa settimana corta, che arriva con un messaggio così chiaro e comprensibile, fa capire che lavorando meno si è più produttivi e soprattutto più felici. Ci sono degli indicatori molto interessanti di diminuzione di assenteismo, aumento di benessere, di persone contente di lavorare in un modo diverso. Il messaggio è che il tempo utilizzato per il lavoro non è fisso né scontato, chiudersi in gabbie non ha senso. Bisogna invece ricercare quest'equilibrio tra produttività e tempo impiegato per raggiungere i risultati. Io sono molto ottimista su questo.»

L'equilibrio vita-lavoro a cui tutti aneliamo.

«Di cui nessuno conosce l'equilibrio esatto. I dati dimostrano che lavorando meno si produce di più e si sta meglio. È una strada molto incoraggiante da intraprendere.»

Per alcuni questo provvedimento adottato in Gran Bretagna è un po' anacronistico: si parla di quattro giorni lavorativi quando c'è chi lavora sette giorni su sette, dodici su dodici e anche di più. Sentir parlare di queste giornate fa un po' rabbia. Che ne pensi?

«Più che anacronistica direi che è futuristica. Nel senso che sta tracciando una strada e la cosa interessante è che applicabile in molti più settori di quanti pensiamo. La settimana lavorativa di quattro giorni si può fare in ufficio, ma anche in fabbrica, nella manifattura. È un modo che tiene insieme i turni, ripensandoli, alla flessibilità del lavoro agile. Il messaggio interessante è che si può fare in una dimensione molto più ampia rispetto al lavoro agile. Quindi, è confortante rispetto a chi si arrabbia. Che si arrabbi e cerchi di ottenere un progresso per tutti, no?»

Giustissimo! Era meglio precisare che è un abbrivio, un inizio.

«È però una presenza che va a smontare il presenzialismo, che è il vero male del lavoro in Italia.»

Abbiamo letto un report sul futuro del mondo del lavoro nel 2043: l'Intelligenza Artificiale metterà un po' da parte il lavoro umano o no?

«Penso che dobbiamo guardare a questa novità con gli stessi occhi con cui abbiamo guardato le altre novità tecnologiche. All'inizio spaventano, ma poi arrivano per contribuiscono al progresso dell'essere umano, che deve lavorare meno, meglio, essere più felice e utilizzare la tecnologia in modo intelligente. La mia visione è che la tecnologia può servire a vivere e lavorare meglio, così da preservare il tempo delle persone, che è fondamentale.»

Ciao Chiara, buon lavoro, Kiss Kiss a te!

«Grazie a voi!»

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