Tutte le criticità del nuovo decreto anti-rave

È stata presentata una nuova norma anti-rave party, ma quali problemi contiene? Ce lo spiega l'avvocato Davide Steccanella su Radio Kiss Kiss.

Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato della norma 434 bis del Codice Penale, relativa ai rave party. Ne ha parlato con noi Davide Steccanella, avvocato penalista.

Buongiorno avvocato! Le chiediamo di spiegarci cosa recita e quali sono le criticità della norma sui rave party come se fossimo bambini di 12 anni.

«Buongiorno! Mi sembra di aver capito che la norma verrà cambiata, perché per com'era scritta non stava né in cielo né in terra. Nel senso che, così come è scritta, è difficilissima da applicare, perché la condotta punita è semplicemente quella di trovarsi almeno in 50 persone - e già lì viene da chiedersi perché non 49 o 52, ma va bene - in un luogo pubblico o privato occupandolo. Non richiede un comportamento né violento né clandestino, quello è già specificato sul Codice Penale. Quindi, così come è descritta, sarebbe una norma applicabile, pensate un po', al fantastico concerto di Woodstock o a quello del Parco Lambro di Milano.»

Se sono 50 persone minimo, allora basterebbe presentarsi fuori da una chiesa a un matrimonio.

«Infatti, per esempio due anni fa io mi sono unito con il mio compagno e c'è una foto in Piazza Duomo dove siamo più di 50. Purtroppo, così com'è descritta, si punisce questa condotta. L'aggiunta, che apre uno spazio di interpretazione incomprensibile, è "se questo può creare turbamento". Capite che così come ci viene presentata, ogni giudice si troverà di fronte ad un dilemma abbastanza soggettivo. È una norma che punisce il trovarsi in 50 persone senza violenza e senza violazione di legge. Mi domando come si fa a impostare un reato del genere. E da penalista, sono sconcertato dal sentire che ci sarebbero 3 anni di reclusione per chi partecipa e addirittura 6 anni per chi organizza, che è molto difficile da capire. La trovo una norma che, ha detto il Professor Lattanzi che è un emerito giurista, rivela un grosso analfabetismo giuridico.»

Infatti, il vice presidente della Camera ha ammesso che ci sono criticità da correggere e che saranno corrette, giusto?

«Onestamente, non vedo dove si possano correggere. Gli atti di violenza sono già puniti dal Codice Penale. Il problema è che l'ultimo che arriva pensa che abbiamo vissuto sulla luna, e che non ci sia un Codice Penale dal 1930, che con tutte le sue criticità, anche legate al periodo storico in cui è stato scritto, è un codice pensato molto bene. Non è che fino a ieri eravamo in balia di orde e di assalti impuniti per cui deve arrivare qualcuno a spiegarci che si va in galera se si fa un rave party. È questo il principio di base, per cui è una norma palesemente populista che non ha minimamente considerato gli effetti che suscita. Le norme penali sono fondamentali, si mandano in galera le persone.»

Insomma, basta già ciò che c'è, senza inventarsi norme nuove.

«Fino al 2022 abbiamo vissuto in balia dei barbari?»

In occasione dei rave, il reato è l'occupazione della proprietà, no?

«Quello è un reato, ci mancherebbe. Non dovevamo di certo aspettare il nuovo governo.»

Avvocato, abbiamo visto che ci sono dinamiche simili per concedere i rave party anche in molti altri Paesi. Come la richiesta di permesso due settimane o un mese prima, oppure non arrecare danni alla collettività con decibel troppo alti o altre condotte illegali. Quale modello di un altro Paese è mutuabile?

«Abbiamo già tutte le norme, senza prenderle in prestito da nessun Paese. Se dopo mezzanotte fanno rumore sotto casa vostra, siete legittimati a chiamare la forza pubblica. C'è già tutto.»

Grazie avvocato per averci chiarito le idee!

«Grazie a voi!»

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