Social vietati ai minori di 16 anni: la rivoluzione parte dall’Australia e arriva in Europa

L’Australia introduce il divieto di accesso ai social per i minori di 16 anni. L’Europa osserva e valuta misure simili. L’esperto tech Alessandro Longo spiega cosa sta succedendo e quali novità attendono anche l’Italia.

L’Australia ha introdotto una nuova legge che vieta l’accesso ai social network ai minori di 16 anni. La decisione ha suscitato molte reazioni e sta facendo discutere anche in Europa, dove si valutano provvedimenti simili. Ne ha parlato Alessandro Longo, esperto tech, durante la trasmissione Good Morning Kiss Kiss su Radio Kiss Kiss.

Australia, social vietati ai minori: cosa sta succedendo davvero

Durante la diretta, Alessandro Longo ha spiegato la situazione attuale in Australia: “Molti teenager sono giustamente arrabbiati, arrabbiatissimi. Alcuni social non possono essere più usati dai minori di 16 anni, anche se qualcuno ha trovato qualche trucco per accedere lo stesso, con le classiche VPN, insomma diversi sistemi account falsi, eccetera, eccetera. Però obiettivamente questa è una rivoluzione. È il primo paese al mondo che davvero, con qualche limite, ma insomma davvero riesce a impedire ai minori di 16 anni di accedere a alcuni social, non tutti.”

Longo ha poi specificato che la lista dei social vietati non è completa: “Hanno fatto una lista, tipo TikTok è il primo, Facebook, invece Roblox che è una piattaforma di giochi ancora accessibile. Quindi sono alcune eccezioni, anche le eccezioni sono discusse. Alcuni dicono ma perché questo sì e questo no? Le solite cose che possono distorcere la concorrenza e creare anche dei buchi strani nell’utilizzo da parte degli utenti.”

La decisione australiana rappresenta un cambiamento importante a livello globale. “È davvero una rivoluzione che tra l’altro l’Europa stessa sta valutando. Il Parlamento europeo ci sta pensando di fare una cosa simile,” ha aggiunto Longo.

La responsabilità passa alle aziende tech: cosa cambia

Un altro aspetto fondamentale della nuova normativa australiana riguarda la responsabilità degli accessi illeciti. Longo ha sottolineato: “Altra novità e soprattutto la novità di far ricadere tutta la responsabilità di eventuali accessi illeciti sulle aziende tech, non sui genitori o sui ragazzi stessi. Questa è una bella storia.”

Fino ad oggi, anche in Europa, la responsabilità era affidata principalmente alle famiglie: “Finora cosa abbiamo fatto anche in Europa? Abbiamo detto ai genitori ‘questi sono i parental control, utilizzateli, fate voi’. Anche l’Italia ha messo a disposizione dei sistemi di parental control, alcuni integrati anche associati alle SIM che i genitori dovrebbero attivare per i propri figli minorenni.”

La scelta australiana, invece, impone alle aziende di verificare l’età degli utenti. “L’Australia ha stabilito una cosa dall’alto. Proprio no, i minori non possono. E come fanno a identificarli? Ci sono diversi sistemi, riconoscimento facciale, le persone possono fare il selfie e dimostrare di essere maggiorenni.”

Le novità in arrivo in Italia e in Europa

Anche in Italia sono previste novità simili, soprattutto per quanto riguarda l’accesso a contenuti per adulti. Longo ha spiegato: “Ricordiamo che da febbraio in Italia ci sarà un sistema simile per l’accesso al porno. Bisogna essere maggiorenni, bisogna dimostrare di essere maggiorenni da febbraio per l’accesso ad alcuni sistemi porno, in alcuni servizi porno in Italia. Questa è una rivoluzione epocale. Internet diventa ad età.”

Il sistema di verifica prevede controlli tramite servizi di terze parti: “Alcuni servizi si sono già adeguati, quindi alcuni servizi effettivamente pornografici o simili obbligano a un controllo della proprietà. Come succede? Ti colleghi e questi ti chiedono di fare un controllo tramite un servizio di terze parti. Tendenzialmente devi scattare una foto, alcuni ti chiedono anche un documento e poi questo servizio di terze parti comunica al sito. Vedi che questo è maggiore e ne lascialo passare tranquillamente.”

Longo conclude: “Non su tutti i siti, però su alcuni. Prepariamoci. Tante novità anche in Italia.”

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