Saldi liberi: che problemi porterebbe una norma simile?

Il governo stava per inserire l'opzione dei saldi liberi per i negozi di abbigliamento, che genererebbe più di una difficoltà al settore.

Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato dell'ipotesi, per ora smentita dal governo, di dare il via libera ai saldi liberi, cioè applicabili tutto l'anno e senza vincoli alle promozioni. Per fare il punto, è intervenuto con noi Benny Campobasso, presidente FISMO (Federazione Italiana Settore Moda di Confesercenti).

Buongiorno Presidente! Facciamo chiarezza, come mai è circolata la notizia dei saldi liberi e cosa si intendeva con "saldi liberi"?

«Buongiorno a voi. È successo che una manina invisibile voleva cancellare due paroline dal vecchio decreto del 1998, cosa che avrebbe liberalizzato completamente i saldi, che come sappiamo sono una vecchia consuetudine e tradizione del commercio attesa anche da tanti consumatori. Per fortuna, questa norma è stata stralciata all'ultimo momento dal decreto discusso l'altro giorno. Penso che sarà, come è giusto che sia, oggetto di discussioni con le associazioni di categoria.»

Non è stato discusso con voi, è stato proprio un blitz normativo, forse per quello l'hanno messo in standby. Quali danni porterebbe alla categoria? Cosa succederebbe se un decreto del genere venisse approvato?

«Beh, l'evento saldi per il piccolo commercio è di grande rilevanza, perché muove circa 8 miliardi di euro all'anno. Questo con grande beneficio non solo per i commercianti, ma anche dei consumatori, che hanno la garanzia di trovare sconti su merce di stagione, con un prezzo di partenza, una percentuale di sconto, un prezzo finale, quindi con tutta una serie di elementi che forniscono la trasparenza assoluta per l'evento promozionale, cosa che, ripeto, non avviene in nessun'altra occasione.»

Qualcuno dice che sarebbe stato, o potrebbe essere, l'ennesimo regalo alle grandi piattaforme online e ai grandi magazzini. È vera questa cosa?

«Non c'è ombra di dubbio! C'è un forte interesse da parte dell'online di liberalizzare ogni forma di promozione, sappiamo che questa è la politica che prevale nel mondo della rete. D'altronde, le tasse che si pagano sono massimo al 15%, quindi siamo già in un contesto di concorrenza sleale. La liberalizzazione delle vendite promozionali renderebbe questo squilibrio ancora più importante.»

Una volta archiviata la stagione degli aiuti in bolletta, torneranno gli oneri sull’energia, questo potrebbe riflettersi sui prezzi applicati dagli esercenti?

«Direi che questi mesi le attività commerciali hanno anche avuto funzione di ammortizzatore sociale: nella gran parte dei comparti non si è avvertito l'aumento dei prezzi. L'energia è stata ammortizzata in qualche modo dagli stessi commercianti che non hanno riversato il costo sulla merce venduta. Qualche eccezione c'è evidentemente per quei gestori che usano maggiormente l'energia, come la ristorazione. Nel modo dell'abbigliamento questo non è avvenuto e spero non avvenga in futuro.»

Grazie di essere stato con noi e buon lavoro!

«Grazie a voi!»

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