Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato dei disagi legati a ritardi e cancellazioni dei voli con Alessandro Petruzzi di Federconsumatori.
Buongiorno avvocato! In questo periodo aumentano i problemi con ritardi e cancellazione dei voli, le risulta?
«Buongiorno a voi e a tutti gli ascoltatori! Sì. Intanto un pensiero per tutti coloro che sono sotto stress o sotto la solitudine per i danni del clima. Per i danni e i rimborsi per la cancellazione dei voli siamo di fronte a una situazione strana. Abbiamo dei tavoli aperti per gli aumenti incredibili che vanno dal 20% al 35% da parte delle compagnie aeree, mentre i servizi diminuiscono.»
È bene precisare perché è qualcosa che abbiamo notato tutti quanti.
«Non siamo in un momento di difficoltà economiche da parte delle compagnie. Stanno facendo profitti e diminuiscono i servizi e l’assistenza ai passeggeri.»
Ma si attaccano al caro dei carburanti di molto tempo fa.
«Lo stesso Ministero, con l’Associazione Consumatori, ha un tavolo aperto e l’Antitrust ha aperto un’indagine chiedendo chiarimenti prima di fare multe sostanziose.»
Se si paga tanto, ma per un motivo o per un altro non vengono offerti i servizi, come si può fare?
«Ci sono tre fonti. Una è il Regolamento Comunitario sul Diritto dei Passeggeri, che dà garanzie ulteriori ai cittadini. Poi esiste una sentenza recente della Cassazione. E in questo periodo così difficile, anche le indicazioni date dalla Farnesina. La prima cosa che il cittadino deve fare è mantenere tutta la documentazione. La compagnia aerea o il tour operator hanno l’obbligo di fornire servizi alternativi che devono essere reali; un’altra cosa che possono fare, che non fanno tutti, è fornire dei voucher per il ristoro di quanto non fatto come servizio da spendere entro 12 mesi o comunque tempi congrui. C’è un’indicazione contraddittoria: se il volo non è stato cancellato, in teoria non si ha diritto al voucher. In questo caso il volo c’è ma non c’è la possibilità alberghiera, oppure non funziona l’aeroporto e si viene dirottati in un’altra posizione che, per quanto alternativa, è più costosa e non garantisce la vacanza. Questa è l’assurdità di come viene gestita e delle norme. Contemporaneamente esiste una normativa europea e una sentenza della Cassazione: qualora venisse a mancare la finalità turistica del viaggio di lavoro o vacanza, si ha diritto al rimborso. Quindi, con una PEC, con motivazione e documenti allegati, consigliamo di chiedere il rimborso. Si ha tempo due anni.»
Grazie avvocato!
«Kiss Kiss a tutti!»