Questa mattina in Good Morning Kiss Kiss abbiamo parlato di plastica monouso e del divieto di vendita a partire dal 14 gennaio 2022.
Per fare il punto della situazione è intervenuto il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani:
«Questa è la prima buona notizia ambientale dell’anno per il nostro Paese. Questo recepimento entrerà in vigore domani mattina. Da domani non si potranno più vendere posate, piatti, cannucce, realizzati in plastica; lo stesso vale per i bastoncini cotonati, gli agitatori per le bevande, e così via. Insomma, tutti quei prodotti che sono ritrovati nell’ambiente, a causa di cittadini distratti o maleducati che li disperdono ed inquinano. Questa è una novità importante che, insieme ad altre, l’Italia ha messo in campo prima dell’Europa. Tutti questi prodotti, che da domani non saranno più prodotti, potranno essere venduti solo se fatti di materiale riutilizzabile o di plastica compostabile. La plastica compostabile è quel tipo di plastica che viene utilizzata per fare i sacchetti della raccolta differenziata dell’organico e che, in un impianto di compostaggio, diventa terriccio, e può essere rimesso sui terreni agricoli.»
«C’è, però, da sottolineare che ciò vale “fino ad esaurimento scorte” dei negozi e delle fabbriche. Ovviamente non bisogna fare i furbi. Da stanotte, quindi, si ferma la produzione di prodotti in plastica monouso. Ci sono, però, le scorte di produttori e venditori, che possono essere esaurite. Ci auguriamo che i produttori si siano già riconvertiti nelle loro produzioni. Devo dire che ci sono già diversi impianti che una volta producevano questi manufatti in plastica tradizionale e che ora li fanno in plastica compostabile. Questa innovazione è importante e va rivendicata, perché l’industria della chimica verde in Italia è molto avanzata, molto di più di quella tedesca o statunitense. Ogni tanto siamo più bravi degli altri. Chi continuerà a produrre manufatti in plastica non conformi alla legge, potrà essere punito con multe pesanti da 2500 a 25000 euro.»
«Per quanto riguarda la plastic tax, purtroppo si tratta di una sciocchezza. Ogni tanto l’Italia ne fa di sciocchezze. Avevamo varato la plastic tax due anni fa, prima dell’Europa, ma l’abbiamo prorogata di anno in anno. La plastic tax non serve per tassare e tartassare i produttori, ma serve per aiutare la riconversione delle produzioni, perché se non c’è un incentivo economico o un disincentivo fiscale nel passare alle produzioni che inquinano di meno, una parte dell’industria non si sposterà. Servono gli orientamenti del mercato, nuovi stili di vita, ma serve anche una tassa che va ad incidere sulle produzioni più inquinanti. In ogni caso, tutto questo deve avvenire in una logica in cui si spinga non per la plastica compostabile, ma per il riutilizzabile, perché dobbiamo ridurre l’uso della plastica.»