Luciano Violante: “La cultura del management combatte le infiltrazioni mafiose”

Luciano Violante, uno degli ospiti del Festival del Management che si terrà a Milano tra poco, ha parlato del rapporto tra aziende e mafie.

Luciano Violante, Presidente della Fondazione Leonardo, è stato ospite in Portami a casa Kiss Kiss, nell'ambito del periodo che concerne il Festival del management.

Buonasera Presidente, benvenuto. Una delle piaghe del nostro paese è la criminalità organizzata e la sua capacità di inserirsi nel tessuto imprenditoriale. In una recente intervista ha affermato "non basta dire che ci sono i mafiosi, bisogna cacciarli", ma come si fa contrastare lo sviluppo delle organizzazioni criminali nell'economia del nostro Paese?

«Buonasera. Innanzitutto distinguerei criminalità organizzata e mafia. La mafia è criminalità organizzata, ma non tutte le criminalità organizzate sono mafia. Ciò che distingue la mafia è la capacità di attaccare il potere politico. Da qui, andare al potere di spesa. Il potere di spesa può riguardare tanto i soggetti pubblici che quelli privati. Per i privati una cultura di impresa è essenziale per porre un argine e per individuare le infiltrazioni. È fondamentale la trasparenza e il rispetto indiscutibile della legge. Questo è sufficiente.»

Con la cultura del management si possono dunque combattere le infiltrazioni mafiose?

«Sì. Cultura del management vuol dire che sto attento a fare in modo che l'azienda non solo dia profitti, ma lo faccia in modo eticamente accettabile. Non basta solo l'etica del profitto, c'è anche l'etica del buon comportamento.»

Lei è stato impegnato in prima persona per lungo tempo nella battaglia alle mafie. Sono tanti i giovani che parteciperanno al Festival del Management, e che sono proiettati al futuro professionale. In base alla sua esperienza, se la sente di affermare che le mafie non sono un mostro invincibile?

«Uno dei miei primi libri sulla mafia si chiama "Non è la piovra", proprio perché voglio mettere da parte l'idea di questo mostro imprendibile. La mafia è fatta di uomini, soldi, armi, rapporti sociali, economici e politici. Bisogna prendere gli uomini e lo stiamo facendo, confiscare i soldi e le armi e lo stiamo facendo. Ovviamente il lavoro è lungo, la vera lotta contro la mafia, quella efficace, è cominciata col maxi processo di Palermo, concluso nel 1992. Da lì è iniziata un'azione a tappeto che ha dato i suoi risultati, ultimo l'arresto di Messina Denaro. Non è una guerra tra giudici e ladri, è la società che deve assumere i giusti comportamenti. La scuola con la trasmissione di valori civili e le aziende attraverso un corretto management. Questo è importante perché la mafia, una volta che viene isolata, si può distruggere facilmente. È quando trova rapporti nel mondo sociale, economico e politico che diventa più difficile da combattere. Perciò sta a noi erigere le barriere per isolare la mafia.»

Grazie al Presidente Luciano Violante, buon lavoro.

«Buon lavoro, buonasera. Arrivederci.»

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