Lucariello racconta le colonne sonore delle serie TV: da Gomorra a Noi del Rione Sanità su Radio Kiss Kiss

Il rapper e compositore Lucariello si racconta a Radio Kiss Kiss: la nascita delle colonne sonore per le serie TV, il lavoro con i giovani nei carceri minorili e i suoi consigli sulle serie da non perdere.

La puntata di Stasera Che Serie su Radio Kiss Kiss ha visto come ospite Lucariello, rapper e autore di colonne sonore per serie TV di successo. Insieme a Lucilla, Lucariello ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, raccontando aneddoti e curiosità sulla creazione di musiche iconiche e sul suo impegno sociale.

Lucariello e la nascita delle colonne sonore: Gomorra, Noi del Rione Sanità e oltre

Durante l’intervista, Lucariello ha spiegato come nasce una colonna sonora per una serie TV. «Dipende: ci sono situazioni in cui c’è semplicemente la sincronizzazione. In pratica ti chiama la produzione e magari usa un tuo pezzo vecchio di tanti anni fa che entra nella colonna sonora», ha raccontato.

Un esempio particolare riguarda un suo brano, Blitz, scelto per un film cinese girato a Napoli.

Parlando della sigla di Gomorra, Lucariello ha ricordato: «In quel caso fu Stefano Sollima, il regista, a chiedermi qualcosa che potesse fare da sigla. Mi propose anche di incontrare qualche altro rapper di Napoli. All’epoca scelsi Antonio, che è uno dei rapper che stimo di più in assoluto. L’abbiamo costruita insieme, poi abbiamo fatto delle modifiche perché all’inizio era un po’ troppo “happy”, tra virgolette, mentre lui cercava qualcosa di più dark».

Il risultato è diventato una delle sigle più riconoscibili della televisione italiana.

Per la serie Noi del Rione Sanità, Lucariello ha lavorato insieme a Lello Savonardo: «Abbiamo dovuto lavorare prima ancora che iniziassero le riprese, quindi con la sceneggiatura in mano. Ci sono molti punti in cui gli attori canticchiano e cantano proprio le canzoni, quindi al momento di girare le scene i brani dovevano già esistere ed essere impostati sulla sceneggiatura».

La scelta della voce femminile per la sigla è ricaduta su Morena Chiara: «È una ragazza secondo me super talentuosa, che farà tanta strada e che ha interpretato il brano in maniera magica, meglio di quanto avrei potuto fare io, pur avendolo scritto».

L’impegno sociale: il rap nei carceri minorili

Oltre alla musica, Lucariello è impegnato in progetti sociali rivolti ai giovani in difficoltà. Durante la trasmissione ha raccontato: «Con un’associazione che si chiama Crisi come opportunità, di cui sono uno dei fondatori, realizziamo laboratori di rap negli istituti penali minorili. È un progetto nato 14 anni fa nel carcere minorile di Airola e oggi è diventato nazionale: siamo presenti in otto IPM in tutta Italia».

Lucariello ha spiegato il valore di questi laboratori: «Sono laboratori di rap in cui i ragazzi rispondono in maniera bellissima. Dal punto di vista educativo, perché canalizzare la rabbia, tirare fuori quello che hai dentro e poi riascoltarlo e rivederlo ti permette di elaborarlo meglio. Dall’altro lato è anche un momento di svago: quando sei dentro capisci che quello è un luogo di dolore. Non è come si vede nelle serie, è un posto dove vedere l’energia di un ragazzo chiusa tra quattro mura è una cosa molto forte».

I consigli di Lucariello: le serie TV da non perdere

In chiusura di intervista, Lucilla ha chiesto a Lucariello di consigliare tre serie TV imperdibili. «Devo dire la verità, sono molto banale da questo punto di vista. In primis Il Trono di Spade, e te lo devo pure spiegare? E gli spin-off? Assolutamente sì. Poi a me è piaciuto molto anche Downton Abbey. Dai, è fighissimo! Non me l’aveva mai consigliato nessuno: è perfetto anche da riguardare nel periodo natalizio, c’è tantissimo materiale. E poi The Last of Us».

L’incontro con Lucariello ha confermato come musica e racconto possano diventare strumenti potenti, capaci di unire intrattenimento, identità e impegno sociale. Tra colonne sonore iconiche e progetti educativi, il rapper napoletano continua a dare voce a storie che vanno oltre lo schermo, lasciando un segno profondo sia nella serialità televisiva sia nella realtà.

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