L’Italia è il Paese europeo in cui si condividono più fake news su Facebook

Il rapporto della Commissione Europea parla di 45.000 contenuti rimossi da Facebook Italia per via della condivisione di fake news.
Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato delle fake news su Facebook Italia con il debunker David Puente.

Buongiorno David, bentornato! Che succede, cosa ci dice il report sulle fake news in Italia?

«Buongiorno! Allora, vediamo un po’ di appianare una cosa. Il risultato di questo report non indica che siamo i più creduloni. Si parla di contenuti rimossi, questi famosi 45.000 contenuti rimossi da Meta dalle sue piattaforme, in questo caso Facebook. I contenuti possono essere stati anche condivisi da meno persone che pubblicano compulsivamente balle. Partiamo da questo presupposto. C’è un gran quantitativo di materiale che è stato condiviso. Facciamo un po’ una premessa però: questi contenuti rimossi riguardano due temi principali. Uno è la salute, cioè, se tu mi condividi online cavolate del tipo “i vaccini causano l’autismo”, quella è una cosa che scientificamente non esiste. Sono cose già indicate come balle dalle autorità mediche.»

Sì, ma non basta per alcuni.

«C’è chi ci marcia sopra e chi ci guadagna pure. C’è anche la questione politica. Quindi, c’è un tentativo di inquinamento di un’elezione. Domani ci sono le elezioni in un paesino in cui circola la notizia che uno dei candidati si è ritirato, ma non è vero. La gente domani penserà di non votare più lui, ma voterà un altro. Queste sono le cose verificabili sul momento che vengono rimosse per tutelare i cittadini.»

Quindi, salute e politica. E poi ci stai dicendo che l’Italia non è un Paese di creduloni, ma ci sono persone più operative nella diffusione delle fake news. Ci pare di capire questo.

«Sì, siamo primi in Europa dal punto di vista dei contenuti rimossi di questo genere. Siamo secondi per un altro aspetto. Noi con Open siamo partner di Meta per la segnalazione dei contenuti falsi o fuorvianti. Non rimuoviamo i contenuti, ma se tu hai pubblicato qualcosa di sbagliato, noi indichiamo a te utente e a chi l’ha condiviso che quell’informazione è fuorviante e spieghiamo il perché. Quindi c’è la possibilità di imparare, cosa che io preferisco; se dobbiamo capire gli errori è meglio spiegarli piuttosto che cancellarli. Siamo secondi per quanto riguarda la segnalazioni di questo tipo. I partner che segnalano i contenuti ci sono in tutta Europa, noi siamo secondi.»

E questo vi fa onore. Chi sono i primi?

«Per i primi sei mesi del 2023, i primi sono i francesi. Ci sono diverse associazioni di fact checking che hanno segnalato 7.400.000 contenuti. Noi siamo secondi con una cifra intorno ai 7 milioni.»

In chiusura, per invitare gli utenti a cambiare la rotta: è giusto che se trovo una fake news e riesco a dimostrarlo, posso segnalare anch’io senza essere un giornalista acceditato?

«Assolutamente sì. Se riesci a dimostrarlo sì, è giusto così.»

Questo dovrebbe essere il trend. Se qualcuno dimostra che lo notizia non è vera…

«Soprattutto, cerchiamo di attenerci ai fatti e non a dimostrare che è una balla utilizzando l’insulto o altro, perché è un dialogo.»

Kiss Kiss a te!

«Ciao!»

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