Italiani che parlano in inglese: gli errori più comuni e i consigli per migliorare

Con Gerard Malanca scopriamo gli errori più comuni commessi dagli italiani che si approcciano alla lingua inglese.
Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato con Gerard Malanca, english teacher.

Buongiorno Gerard, Kiss Kiss a te! È importante imparare una nuova lngua ma non fare errori, perché abbiamo scoperto che con l’inglese facciamo tanti errori, soprattutto noi italiani. Quali sono gli errori più classici?

«A voi guys! In realtà, durante i miei corsi, ad allievi, studenti e alle persone che incontro consiglio sempre – soprattutto a chi ha un primo approccio con l’inglese o a chi cerca di dare un boost, una spinta al proprio livello di inglese – di non focalizzarsi troppo sui ricami. È vero che le pronunce e gli accenti sono importanti, altrimenti si rischia di dire fischi per fiaschi, ma l’errore più comune è quello di pensare una frase in italiano e pretendere di tradurla parola per parola in inglese. Si fa fatica, perché purtroppo sono due lingue totalmente diverse, e nove volte su dieci non ne usciamo.»

Quali sono gli errori più diffusi degli italiani che cercano di parlare inglese?

«Ad esempio, frasi molto tipiche italiane anche molto brevi. Come “dimmi”, viene naturale tradurre con “tell me“. Ma bisogna aggiungere qualcosa: “tell me about it” o “tell me what happened” o “tell me what you want to say“. Se volessi dire quello che corrisponde all’italiano “dimmi” sarebbe: “can I tell you something?” “yes, go on“; “go ahead“; “I’m listening“.»

Perfetto! Un altro esempio?

«Sempre riallacciandomi a quello che ho detto prima. Se voglio chiedere “posso dirti una cosa? Posso chiederti una cosa? Posso farti una domanda?” In inglese le domande non si fanno, ma si chiedono. Quindi non è “can I make you a question?” ma “can I ask you a question?” È chiaro che, intendiamoci, alla fine si viene capiti lo stesso, bisogna essere anche essere un po’ flessibili.»

A tal proposito. Mettiamo che ti seguiamo sui social e impariamo un discreto inglese, scopriamo che se andiamo a Little Italy e parliamo correttamente inglese, le persone ti guardano sbigottite. A Little Italy si parla il pidgin, il Broccolino English. In alcuni Paesi se parli in modo corretto non ti capiscono?

«In parte è vero. Hai fatto l’esempio del Broccolino English, ma posso farti l’esempio di Londra, dove può sembrare assurdo ma l’inglese più comune è quello che viene chiamato Broken English, un inglese rotto. È un inglese internazionale, quello parlato dalle persone che vengono da tutto il mondo e che abitano a Londra. È chiaro che un indiano, un ispanico o un sudamericano non ha l’inglese britannico ma ha il suo inglese. Non focalizziamoci troppo sulla perfezione, è un piccolo errore che viene commesso nelle scuole italiane: partire dalle strutture perfette. Ma quando imparo la mia lingua madre e sono un bambino, non imparo un italiano perfetto. Prima imparo a parlare, poi vado a perfezionare.»

Grande Gerard, grazie e see you later alligator!

«See you later alligator! Excellent!»

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