Intelligenza artificiale: dalle slide ai dati, come cambia il lavoro quotidiano

Raffaele Gaito, esperto tech, spiega su Radio Kiss Kiss come l'intelligenza artificiale sta trasformando il modo di lavorare, tra strumenti innovativi e limiti ancora presenti.

L’intelligenza artificiale è sempre più presente nella nostra vita quotidiana, ma molti si chiedono ancora come possa davvero aiutarci nel lavoro di tutti i giorni. Su Radio Kiss Kiss, l’esperto tech Raffaele Gaito ha spiegato quali sono le reali applicazioni dell’IA e dove invece serve ancora l’intervento umano.

Intelligenza artificiale e lavoro: esempi pratici e limiti attuali

Durante la trasmissione “Good Morning Kiss Kiss”, Max Giannini ha introdotto il tema dell’intelligenza artificiale, sottolineando come spesso i benefici concreti non siano ancora percepiti da tutti. «Continuiamo a fare le file alle poste, continuiamo a stare fermi a semafori inutili», ha detto Giannini, chiedendo a Gaito se davvero qualcosa stia cambiando.

Raffaele Gaito ha risposto: «Dipende ovviamente dal lavoro che uno fa. In alcuni lavori queste cose si vedono di più, in altri di meno». Ha portato esempi concreti: «Tutti quelli che per lavoro si trovano a scrivere tanto hanno sentito, per esempio, l’arrivo di strumenti come ChatGPT, perché li aiuta moltissimo nella scrittura, a velocizzare la stesura di documenti, report, email, presentazioni di qualsiasi tipo e così via». Gaito ha aggiunto che anche chi lavora con le slide o con grandi quantità di dati può oggi affidarsi a strumenti che automatizzano parte del lavoro: «L’IA lavora molto meglio di noi sulle grandi quantità di dati, quindi possiamo lasciare quel compito alla macchina e concentrarci sulla parte più decisionale, dove c’è bisogno del cervello».

Il paradosso dell’automazione: umani e macchine a confronto

Max Giannini ha sollevato un dubbio interessante prendendo spunto dalle slide: «Se io la utilizzo per crearle e lui la utilizza per leggerle, che senso ha?», riferendosi al fatto che sia chi crea una presentazione sia chi la guarda potrebbe affidarsi all’IA. Gaito ha chiarito: «Dobbiamo essere bravi, secondo me, a non cadere nel paradosso che hai appena fatto notare. Quando dico “facciamo le slide” o “facciamo i testi”, non intendo mai delegare il 100% del lavoro alla macchina. Significa farsi aiutare dall’intelligenza artificiale su alcuni aspetti, mentre il grosso dobbiamo metterlo noi».

Secondo Gaito, il valore aggiunto resta umano: «Dobbiamo essere bravi nella parte in cui serve il cervello umano, cioè la comprensione del contesto, la capacità di collegare i puntini, l’empatia». L’IA, quindi, va vista come un supporto: «Non è un oracolo a cui affidarsi al 100%, ma un tutor che ci affianca in alcune operazioni».

Nuove frontiere: gli agenti intelligenti e le app che fanno per noi

Un ascoltatore ha chiesto se esistano già app che non solo suggeriscono come fare qualcosa, ma la svolgano direttamente, come ad esempio creare uno SPID. Gaito ha risposto: «Uno strumento che ti crea lo SPID direttamente? No, oggi non ne abbiamo uno che faccia questa cosa in autonomia al 100%. E ti dico la verità: secondo me è anche importante che non esista, perché su procedure più complesse e personali è bene che ci sia ancora un intervento umano».

Tuttavia, Gaito ha spiegato che esistono già strumenti che automatizzano alcune fasi di lavori articolati: «Questa nuova categoria di intelligenze artificiali non è fatta solo di chatbot: non si limitano a dirci come fare le cose, ma iniziano anche a svolgerne alcune. Faccio qualche nome per dare esempi agli ascoltatori: Gamma è il numero uno nella creazione delle slide, visto che ne parlavamo prima. Oppure ce n’è uno molto famoso che si chiama Manus, che lavora molto bene con i file Excel». Ha citato anche una funzione di ChatGPT: «In ChatGPT c’è una funzionalità chiamata Deep Research che è ottima per fare ricerche avanzate: non la ricerchina veloce su Google, ma ricerche approfondite che richiedono fonti affidabili e strutturate».

Gaito ha concluso che, sebbene non si sia ancora arrivati all’automazione totale, «ci siamo quasi vicini. Non è ancora tutto automatico e serve ancora il tuo intervento, ma ci stiamo avvicinando».

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