Insonnia: una nuova scoperta può aiutare con il sonno

Col professor Raffaele Ferri abbiamo parlato dei disturbi legati all'insonnia e di una nuova soluzione che può contrastarla.

Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato di insonnia e disturbi legati al sonno insieme al dottor Raffaele Ferri, presidente della World Sleep Society.

Buongiorno, Professore! Insonnia, innanzitutto quali sono le cause?

«Buongiorno! L'insonnia può accompagnare diversi disordini sia medici che altri disordini del sonno. Però può essere anche da sola e con la difficoltà di individuare una causa. Ci sono fattori genetici, fattori di rischio, fattori ambientali, fattori anche di abitudini sbagliate che noi abbiamo. Un denominatore comune è che i pazienti dicono "io vado a letto e non riesco a spegnere il cervello". È questo il meccanismo che tecnicamente chiamiamo "hypearousal", un'allerta aumentata che è sia fisiologica, del cervello, che del sistema nervoso autonomo. Per esempio, noi di notte dobbiamo abbassare la temperatura corporea, ma non l'insonnia non accade. Deve intervenire il cosiddetto tono vagale sul tono simpatico. Con il meccanismo dell'hypearousal questo non avviene.»

Ci dice una cosa sbagliata che facciamo tutti prima di andare a dormire?

«Io lo dico sempre: se uno è un sano dormitore, non importa se sbaglia qualcosa. Il problema è quando gli stessi comportamenti sono assunti da soggetti a rischio o con problemi di insonnia. Gli sbagli possono essere quello di esagerare con il cibo a cena, esagerare con l'alcool la sera tardi, esagerare anche con l'attività fisica la sera tardi, dato che ci fa produrre sostanze come il cortisolo che ci tengono svegli. Allenarsi va bene ma non la sera.»

Si parla di una molecola, che fa effetto sull'orexina: permette di spegnere il cervello per addormentarsi o influisce migliorando anche la qualità del sonno?

«Allora, bisogna stare attenti a come si passano le notizie. L'orexina è un neurotrasmettitore che conosciamo da 25 anni, scoperto nel 1998 da due gruppi differenti. Gli diedero due nomi differenti, e alla fine prevalse orexina, che indica i due peptidi, cioè quelle proteine che vengono fuori dalla rottura di una proteina più grossa. Qualcuno può trovare il nome "ipocretina", esiste anche quello. La cosa importante è che questo neurotrasmettitore è stato associato alla nostra capacità di restare svegli, infatti manca nella narcolessia, la patologia per cui si dorme troppo. Allora, è stato pensato che nella maniera opposta funzionasse anche sull'insonnia, antagonizzandolo. Quindi si è pensato, anziché potenziare il sonno, di depotenziare la veglia, è una cosa completamente diversa dai farmaci sedativi di un volta.»

Beh, però è un bel passaggio. La ringraziamo per essere stato con noi, poi ci risentiremo per aggiornarci su questa novità. Grazie professore!

«Buona giornata!»

Notizie del giorno

ti potrebbe interessare

Antonella Clerici, ospite a Belve, ha raccontato questo avvenimento particolare. Ma la risposta di Ligabue non si è fatta attendere.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione sugli autovelox sembra annullare le multe fatte da apparecchi non omologati.