Il Garante dice no al Telemarketing selvaggio

Per la prima volta sono state confiscate banche dati di call center e inflitte sanzioni alle società coinvolte.

Una vasta operazione, condotta dalla Guardia di finanza, è servita a bloccare gli archivi digitali in uso ad alcune società che, secondo gli inquirenti, svolgevano attività fuori controllo nel campo del Telemarketing. Le stesse sono accusate di aver contattato le persone senza aver mai ricevuto il necessario consenso. Nella lente di ingrandimento sono finite le offerte commerciali di diverse compagnie energetiche. Nei casi di manifesta volontà a stipulare i contratti, i contatti finivano a altre aziende che finalizzavano l’operazione e intascavano le provvigioni.

Un sistema collaudato che, per accrescere il giro d’affari, spesso faceva il percorso inverso. Le stesse società di Telemarketing proponevano ai clienti di ritornare ai fornitori lasciati tempo addietro. Per loro sfortuna, però, il Garante della Privacy ha infilato il naso nelle procedure irregolari e, non era mai accaduto prima, ha disposto il sequestro delle banche dati dei call center e colpito con sanzioni le società coinvolte.

A chi non è mai capitato, nonostante l’adesione al Registro delle opposizioni, di ricevere decine di proposte al giorno, anche nei festivi? Grande soddisfazione è stata espressa, per questo, dalle associazioni dei consumatori che ora chiedono risarcimenti per gli utenti coinvolti.

L’operazione, nata da una segnalazione della Guardia di Finanza di Soave, in provincia di Verona, ha permesso di individuare quattro società. Dai successivi accertamenti, svolti dal Garante con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, è stata presa la decisione di multare due società che operavano in Veneto e due in Toscana. Le cifre vanno dai 200 agli 800 mila euro.

Nel mirino anche il cosiddetto “sottobosco”, all’origine della diffusione del Telemarketing illegale. Secondo il Garante lo strumento della confisca è il segno di un ulteriore innalzamento della strategia di contrasto da parte dell’Autorità. In base ai dati raccolti dal Codacons, dall’entrata in vigore del Registro delle opposizioni, che conta 25 milioni di utenti, almeno il 66% di essi continua a ricevere telefonate commerciali a dispetto dell’iscrizione.

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