La giornalista Francesca Barra è stata ospite di Good Morning Kiss Kiss per raccontare la sua esperienza come vittima di violenza digitale. Durante l’intervista con Max e Max, Barra ha parlato della diffusione non consensuale di immagini create con l’intelligenza artificiale e ha sottolineato l’importanza di denunciare questi episodi. Il tema della puntata era proprio l’uso distorto delle nuove tecnologie e i rischi legati alla privacy e al rispetto delle persone, soprattutto delle donne.
Francesca Barra racconta la sua esperienza di vittima di violenza digitale
Durante la trasmissione, Francesca Barra ha spiegato come sia diventata suo malgrado protagonista di una vicenda che coinvolge la diffusione di immagini intime false su siti pornografici.
“È accaduto di recente: su un sito pornografico sono comparse immagini false che coinvolgevano diverse donne, me compresa. Ho avuto la forza di denunciare e di segnalare tutto, ma devo dire che l’ho fatto soprattutto per le donne e le ragazze che non hanno la possibilità di farlo, che non hanno spazio per raccontarsi e che spesso subiscono anche una seconda vittimizzazione,” ha dichiarato la giornalista.
Barra ha poi sottolineato come spesso le vittime vengano colpevolizzate:
“Se finisci su quei siti, in qualche modo sembra sempre che ‘te la sia cercata’. È questo il motivo per cui tante donne non denunciano. Io invece mi espongo, anche perché ho quattro figli — e tra loro delle figlie — che iniziano a farsi delle domande. Voglio che capiscano che non è mai colpa nostra.”
La giornalista ha voluto lanciare un messaggio chiaro anche ai consumatori di questi contenuti:
“Il consumatore non lo fa per un semplice prurito sessuale o per un gioco tra maschi: sta commettendo un reato. Perché nessuno, senza il nostro consenso, può usarci come vuole. Si chiama violenza digitale.”
Barra ha ribadito l’importanza del consenso e della responsabilità individuale, soprattutto in un’epoca in cui la tecnologia permette la creazione e la diffusione di contenuti falsi in modo sempre più semplice e veloce.
L’impatto dell’intelligenza artificiale e la nuova legge italiana
Nel corso dell’intervista, si è parlato anche della recente entrata in vigore della prima legge nazionale sull’intelligenza artificiale in Italia, che mira a contrastare la diffusione di fake e contenuti non consensuali.
“Dal 10 ottobre è entrata in vigore in Italia la prima legge nazionale sull’intelligenza artificiale che riguarda proprio i reati legati alla diffusione di contenuti falsi come quelli di cui stiamo parlando. È una legge importante, anche se forse arriva un po’ tardi, perché bisogna iniziare a responsabilizzare le piattaforme e i programmatori di software,” ha detto Barra.
La giornalista ha evidenziato come la tecnologia possa avere effetti devastanti, soprattutto sui più giovani:
“La cronaca ci racconta storie di ragazzi a cui l’intelligenza artificiale ha persino suggerito come togliersi la vita. Ovviamente dietro a un suicidio ci sono tantissime dinamiche, ma il punto è che chi ha sviluppato o programmato questi sistemi non ha previsto meccanismi di allarme per proteggere i più giovani. Quando la macchina — come dicono gli stessi programmatori — diventa più ‘furba’ e più intelligente dell’uomo, significa che qualcosa abbiamo sbagliato.”
Barra ha sottolineato la necessità di una maggiore attenzione da parte di chi sviluppa queste tecnologie e delle piattaforme che le ospitano, affinché vengano messi in atto strumenti di prevenzione e protezione per gli utenti, in particolare per i minori.
Il ruolo degli adulti e l’importanza della denuncia
Un altro tema centrale dell’intervista è stato il ruolo degli adulti nell’educazione digitale delle nuove generazioni. Barra ha affermato:
“Quando parliamo delle nuove generazioni e di quanto usino troppo e male i social, dovremmo ricordarci che siamo noi adulti ad aver dato il cattivo esempio. Abbiamo lasciato che tutto diventasse un far west. La colpa è nostra: prima sottovalutiamo, poi esaltiamo, e infine puntiamo il dito. Ma siamo noi i primi responsabili di tutto questo.”
La giornalista ha invitato tutti a non sottovalutare la gravità di questi episodi e a non considerarli semplicemente come ‘giochi’ o ‘perversioni’:
“Dobbiamo uscire da quest’alibi secondo cui si tratterebbe di un gioco sessuale, di un prurito o di una perversione. Questo è un crimine vero e proprio. Non c’è nulla di sbagliato nella reciprocità e nella scelta — anche personale — di realizzare, per esempio, un film porno, ma ci deve essere il consenso. La base di ogni relazione siamo noi, non la violenza.”
L’intervista si è conclusa con un appello:
“Segnalate, segnalate, segnalate. Non abbiate paura.”
