Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato della carenza di controllo e moderazione dei contenuti sui social network con l’esperto tech Alessandro Longo.
Buongiorno Alessandro!
«Buongiorno. I social network sono diventati parte integrante della guerra, della propaganda di guerra.»
La propaganda c’è sempre stata nella guerra. Però bisogna mettere un limite, giusto?
«La cosa incredibile è che i terroristi stanno riuscendo a strumentalizzare i social, riescono a renderli parte della propria propaganda anche se sono delle piattaforme americane, con l’eccezione di TikTok che è cinese. La cosa più importante è che la Commissione Europea ha aperto la prima indagine ufficiale con il Digital Services Act, una normativa europea con cui possono dare una mazzata molto forte alle aziende che non rispettano le norme.»
Cosa rischiano?
«Non sono multini, sono miliardi. Sappiamo che il social di Elon Musk, l’ex Twitter, non se la passa tanto bene. Cercherà di evitare in tutti i modi di subire questa sanzione. L’accusa è che, secondo le indagini europee, Elon Musk non sta facendo abbastanza per frenare quest’ondata di disinformazione quasi sempre terroristica. Sono notizie false, video che appartengono ad altre guerre messi lì per spaventare la popolazione.»
L’Unione Europea non è l’unica a pressare i social a moderare i contenuti. C’è il governo australiano che ha multato X – o Twitter – per oltre 380.000 dollari. Però è una cifra che Elon Musk ha nel portamonete. Bisognerebbe parlare di sospensioni oltre che di multe.
«Effettivamente in Europa siamo all’avanguardia su questo. La violazione potrebbe anche portare alla sospensione del servizio.»
È possibile che un social non funzioni, ad esempio, per un mese?
«Sì, è possibile. Può succedere. Volevo aggiungere, a parte la disinformazione, potrebbero immagini vere ma orripilanti, che nei media tradizionali non potrebbero mai essere pubblicate. Anche queste sono parte della propaganda, perché si terrorizza la popolazione civile. Non dovrebbe essere un’informazione presente, ma c’è.»
Qual è il social più affidabile quando si tratta di informazione? Sbilanciamoci, quantomeno il meno inquinato.
«Sicuramente LinkedIn, che è un social professionale. Il meno affidabile è X, questo è evidente anche alla Commissione Europea. Anche su TikTok si rischia qualcosa. Però, un ultimissimo messaggio, noi possiamo limitare, tramite le opzioni sui social, limitare le immagini violente e sensibili. Anche noi dobbiamo essere bravi a utilizzare le opzioni.»
Grazie Alessandro!
«Kiss Kiss a tutti.»