La situazione dei Campi Flegrei rimane stabile. E’ quanto ha fatto sapere il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i sindaci dell’area, i vertici dell’Ingv e il capodipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. “La commissione grandi rischi conferma di mantenere l’allerta gialla nella zona e di intensificare le esercitazioni nei luoghi interessati” ha detto Musumeci che inizialmente aveva annunciato un possibile innalzamento del livello di allerta a causa del fenomeno bradisismico. Un rischio che al momento non è all’orizzonte, ma che secondo il ministro non va comunque escluso: “Non ho elementi per dire se si passerà al livello arancione, non è mio compito né del Parlamento decidere sul passaggio, abbiamo istituito la commissione proprio perché l’organo di governo deve ascoltare il mondo scientifico” ha aggiunto Musumeci, invitando tuttavia a prepararsi a questa possibilità.
Durante la riunione è stata anche ridelineata la zona rossa, tenendo conto di una media di dieci centimetri di sollevamento del suolo che si è registrata negli ultimi otto anni. Dal 2019 -infatti- il rischio di elevazione si è più che raddoppiato, ma questo non comporta una condizione di allarme. L’area di maggiore rischio, quella da evacuare immediatamente, coinvolge 85mila persone e circa 15mila edifici. Il ministro ha poi annunciato il via libera al piano di comunicazione per chi vive in quei territori: “Sarà pronto il 27 novembre e sarà redatto dalla Regione Campania in stretta collaborazione con la Protezione Civile e coinvolgerà anche le scuole” ha spiegato Musumeci ricordando poi che vivere e lavorare in un’area vulcanica attiva, come quella dei Campi Flegrei, o in un territorio esposto al rischio di alluvioni e frane, è una situazione che va sempre presa in considerazione tenendo ferme alcune condizioni: “Evitare le aree a rischio immanenti o pericolose; conoscere il rischio con cui si sceglie di convivere per programmare e sviluppare la vita di famiglie e imprese in modo consapevole; realizzare gli interventi strutturali appropriati sapendo che possono ridurre ma non eliminare il rischio di danni anche gravi”.
Foto: Il Fatto Quotidiano