Il 2 agosto è stato l’Earth Overshoot day, il giorno che segna la fine di tutte le risorse della Terra disponibili per il 2023. Da oggi siamo in debito con il pianeta, una circostanza che diventa sempre più pericolosa per il suo arrivo costantemente in anticipo: l’EOd nel 1973 cadeva il 3 dicembre, nel 2003 il 12 settembre, nel 2013 il 3 agosto.
Frenarne la corsa è difficile ma si può: “Bisogna investire sul Green Deal ricordando che economia circolare, ripristino della natura ed energie rinnovabili fanno tutti parte dell’equazione” afferma il commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevicius.
Il consumo della Terra costa sempre di più. Nei primi sei mesi di quest’anno le perdite economiche derivanti da disastri naturali -a livello globale- hanno raggiunto quota 194 miliardi di dollari, ovvero il 60% del totale annuo medio, la perdita più alta dal 2011. Per fare un esempio a noi vicino, solo l’alluvione in Emilia Romagna ha provocato danni per 9 miliardi.
L’Overshoot Day dell’Italia è caduto il 15 maggio, a questi ritmi servirebbero 2,8 pianeti per soddisfare i bisogni collettivi del bel paese, ne occorrerebbero addirittura cinque se tutti vivessero come un cittadino americano. Allora come invertire la rotta? Magari pensando ad agire sui consumi alimentari e sui trasporti che impattano sulle attività quotidiane per il 43% del totale. In particolare se rimpiazzassimo il 50% del consumo globale di carne con alimenti di origine vegetale, considerando anche la CO2 e l’uso di suolo, sposteremmo l’Od di sette giorni.