Alessandro Conte: “Prescrizioni illeggibili? La soluzione è la ricetta elettronica. Medici italiani meno competitivi”

Il dibattito sulla calligrafia nelle prescrizioni mediche e la formazione dei futuri medici italiani è stato al centro della puntata di oggi 10 ottobre Good Morning Kiss Kiss con il dottor Alessandro Conte, coordinatore del progetto "Dottore... ma è vero che?"

Il tema della calligrafia nelle prescrizioni mediche e la formazione dei futuri medici italiani è stato al centro della puntata di oggi di Good Morning Kiss Kiss. Ospite della trasmissione con Max e Max, il dottor Alessandro Conte, coordinatore del progetto “Dottore… ma è vero che?”, ha offerto una panoramica sulle sfide e le soluzioni adottate in Italia, confrontando la situazione con quella di altri Paesi come l’India. Il dibattito si è poi spostato sulla riforma del numero chiuso nelle facoltà di medicina, sollevando interrogativi sulla qualità della formazione e sulle prospettive lavorative dei giovani medici.

Prescrizioni illeggibili: un problema in via di risoluzione

Durante la trasmissione, il dottor Alessandro Conte ha affrontato il tema delle prescrizioni mediche illeggibili, una questione che per anni ha creato difficoltà sia ai pazienti che ai farmacisti. Secondo i dati citati, ogni anno in Italia si registrano circa diecimila richieste di risarcimento legate a prescrizioni non comprensibili, su milioni di ricette emesse. Sebbene il numero possa sembrare piccolo rispetto al totale, rappresenta comunque un problema concreto per chi ne è coinvolto. Tuttavia, Conte ha sottolineato come la situazione sia in netto miglioramento grazie all’introduzione della ricetta elettronica e dematerializzata. Questo sistema, ormai largamente diffuso, garantisce maggiore sicurezza e leggibilità, facilitando il lavoro sia dei medici che dei farmacisti e riducendo il rischio di errori. Il dottore ha evidenziato che la tecnologia rappresenta oggi lo strumento principale per tutelare la salute dei pazienti e semplificare la gestione delle informazioni sanitarie.

Calligrafia come materia universitaria: il caso indiano e la realtà italiana

Nel corso della puntata, è stato sollevato il tema dell’introduzione di corsi di calligrafia nelle facoltà di medicina, come già avviene in India. In alcune zone del Paese asiatico, dove la tecnologia non è ancora diffusa in tutti gli ambulatori, la scrittura a mano resta fondamentale e un corso di calligrafia può avere senso pratico. Tuttavia, secondo il dottor Conte, in Italia la situazione è diversa: l’investimento sulla digitalizzazione è la strada più efficace per garantire la sicurezza e la chiarezza delle prescrizioni. L’adozione della ricetta elettronica ha già risolto molti dei problemi legati alla scrittura illeggibile, rendendo superflua l’introduzione di una materia specifica di calligrafia nei corsi di laurea in medicina. Conte ha ribadito che è più utile dedicare tempo e risorse alla formazione clinica e all’aggiornamento tecnologico, piuttosto che a una competenza che la digitalizzazione sta rendendo sempre meno necessaria.

Numero chiuso e formazione dei medici: un dibattito ancora aperto

La discussione si è poi spostata sulla recente polemica riguardante la riforma del numero chiuso nelle facoltà di medicina, scaturita da alcune dichiarazioni di una docente dell’Università di Bari. Il dottor Conte ha espresso la sua opinione personale, definendo la riforma una “non soluzione” e una mossa più pubblicitaria che realmente efficace. Secondo il medico, il vero problema non è l’età di accesso agli studi di medicina, ma il momento in cui si entra nel mondo del lavoro: in Italia, un medico può arrivare a lavorare solo dopo i 36-37 anni, mentre in altri Paesi europei i colleghi iniziano molto prima. Questo ritardo rende i medici italiani meno competitivi a livello internazionale. Inoltre, la nuova riforma rischia di gravare sulle altre professioni sanitarie e sulle famiglie, poiché molti studenti potrebbero perdere un anno di formazione senza la certezza di accedere al corso di laurea. Conte ha sottolineato che il sistema precedente, pur con i suoi limiti, permetteva agli studenti di scegliere se riprovare l’accesso o cambiare percorso, mentre ora questa decisione viene solo posticipata, con tutte le incertezze che ne derivano.

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