Concorezzo, comune lombardo in provincia di Monza e Brianza

Questa mattina, nella nostra rubrica saluti da Kiss Kiss, abbiamo parlato di Concorezzo, comune lombardo nella provincia di Monza e della Brianza, guidati dalle parole del sindaco Mauro Capitanio.

Villa Zoia a Concorezzo

Cuncurèss in dialetto brianzolo, è un comune sito circa sei chilometri a nord-est del capoluogo, fa parte del territorio del Vimercatese. Secondo alcune ipotesi, Concorezzo deriverebbe da cum curte regia (“con la corte regia“) e il paese, come scrive Floriano Pirola, “… sarebbe stato legato a Monza, che nel periodo longobardo era Corte Regia… ma documenti che ci confermino tale spiegazione non sono stati mai rinvenuti”. Molto spesso però i sovrani o signorotti (monzesi e milanesi) ponevano i loro “distaccamenti” di governo o abitazioni di campagna in questo borgo.

Il prof. Natale, direttore dell’Archivio di Stato di Milano, riteneva che Concorezzo fosse stata una corte regia, mentre Dante Olivieri, che compilò un dizionario di toponomastica lombarda, dichiara che Concorezzo deriva da cocculus (“piccolo dosso”) e l’ing. Bottazzi cita la parola cococuoco con probabilità riferendosi a cosa rotondeggiante. La presenza di un Concorès e di un Concoret in Francia riconducono più verosimilmente a una radice konkor che in celtico significa “luogo di raccolta”.

Luoghi di interesse ed attività a Concorezzo
  • Chiesa di Sant’Eugenio, citata già alla metà del IX secolo, appartenente dapprima ai signori di Agrate, ai monaci di Baraggia poi e infine al capitolo di Monza. L’edificio attuale è a tre navate con soffitto a cassettoni. Dietro l’altare si trova un affresco del XV secolo raffigurante la Madonna in trono e due angeli musicanti, mentre nella navata destra un’altra immagine mariana rappresenta la Vergine con il Bambino, detta “Madonna dell’aiuto”.
  • Chiesa di San Damiano, esistente già intorno all’XI secolo. Fu parrocchiale di Concorezzo a partire dal 1565. Oggi ne rimane una cappella dedicata alla “Madonna del Rosario”, all’incrocio tra via Battisti e via Toti.
  • Attuale Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano, costruita nel XVIII secolo su progetto dell’architetto milanese Luigi Cagnola in sostituzione della precedente Parrocchiale di San Damiano, ormai dimensionalmente inadeguata. I lavori furono iniziati nel 1810 e il risultato fu un imponente edificio in stile neoclassico, introdotto da sei colonne ioniche reggenti un timpano triangolare. L’interno, costituito da un’unica grande navata con volta a botte, conserva il senso di maestosità della facciata.
  • Chiesa di San Salvatore (oggi Sant’Antonio) è ricordata in documenti dell’865. L’edificio attuale ha conservato il medioevale orientamento a oriente dell’abside. All’interno sono tuttora presenti diversi affreschi.
  • Palazzo De Capitani, villa del XVII secolo posta al centro dell’antico borgo, così chiamata perché appartenuta alla famiglia De Capitani provenienti dalla Val di Scalve, a nord di Bergamo; il palazzo, attuale sede municipale, fu probabilmente voluto da Pirro De Capitani dopo l’investitura del feudo nel 1690. L’edificio si sviluppa su tre piani seguendo uno schema a U. Il corpo centrale è caratterizzato, nella parte mediana, da un portico a serliana che si sviluppa nella grande arcata centrale a due piani e occupa in profondità tutto lo spessore del corpo di fabbrica, aprendolo in tal modo al retrostante giardino.
  • Villa Pernice (poi Gasporetti, ora sede della Banca Intesa) si trova quasi di fronte al Palazzo De Capitani. Si tratta di uno splendido edificio in pieno centro, accanto alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Famosa per aver ospitato la notte dell’11 giugno 1859, re Vittorio Emanuele II e il generale Cialdini in marcia verso Solferino e San Martino.
  • Villa Zoia fu di proprietà della marchesa Teresa del Carreto Corio, poi del conte Lodovico Melzi e infine degli Zoia. L’edificio ha pianta a L ed è circondato da un vasto giardino attualmente adibito a parco pubblico. All’interno del Parco si trova un cedro dell’Atlante di oltre duecento anni.
Piatti e prodotti tipici di Concorezzo

La tipica gastronomia che caratterizza il territorio oggi corrispondente alla provincia di Concorezzo si distingue per il carattere sobrio e la creatività di piatti gustosi preparati con pochi ingredienti semplici. Una cucina povera e contadina, ma come spesso accade gustosa e ricca dal punto di vista nutrizionale. Anche perché basata sul largo uso di un ingrediente come il maiale di cui, come vuole la saggezza proverbiale, non si butta via niente. Carni, frattaglie, salumi e condimenti, spesso accompagnati dalla polenta di mais (perché, come recita l’adagio popolare, la pulenta la cuntenta), sono alla base di una cucina sostanziosa. Così nascono piatti come la cassœla a base di costine e altre parti di scarto del maiale, talvolta arricchita dall’aggiunta dei famosi salamini verzitt, e servita con polenta. Sempre utilizzando le parti meno nobili del maiale nasce la trippa o buseca, espressione dialettale che indica le interiora del maiale. Il risotto alla monzese o risotto con la luganega, a base di salsiccia e zafferano, in omaggio alla tradizione milanese.

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