Space farming: Astro-Contadini e Ortaggi Spaziali per le Missioni Interplanetarie

Nel nuovo appuntamento della rubrica "Economia per tutti" con Luca Iovine parliamo dello space farming e di missioni interplanetarie.

Era ed è il sogno di tanti bambini diventare astronauta, prima ancora che youtuber; tuttavia per diventarlo ci vuole tanto impegno, tanto studio, “libri di cibernetica ed insalate di matematica”, ma anche un bel corso di agraria, almeno per le prossime missioni interplanetarie. L’uomo è destinato a estendere il proprio orizzonte oltre il sistema solare e già per raggiungere il pianeta Marte, che, come la Terra, ruota intorno al Sole, bisogna affrontare sfide uniche ed avvincenti allo stato attuale delle conoscenze scientifiche.

La missione di inviare astronauti nello spazio è infatti una impresa logistica senza pari: basti immaginare il carico necessario per alimentare e sostenere un equipaggio. La quantità di cibo, acqua e altre risorse richieste è enorme, e ogni aggiunta di peso aumenta la difficoltà e il costo delle missioni che durano anni. Tutti i mesi, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), attualmente in orbita intorno alla terra, riceve una fornitura di cibo ed altri beni di svariate tonnellate. Questa quantità, imponente, rappresenta solo una porzione minima di quella che servirebbe su Marte. Perché? Innanzitutto, la distanza tra Terra e Marte oscilla tra i 54,6 e i 401 milioni di chilometri, a seconda delle posizioni relative dei pianeti, mentre quella tra la Terra e la ISS è di “solo” 400 km.

Percorrere tale distanza richiede tempo e carburante, e ogni chilogrammo di peso aggiuntivo rappresenta un onere significativo in termini di combustibile. In risposta a questa sfida, gli scienziati spaziali stanno sviluppando una soluzione innovativa: la coltivazione di ortaggi nello spazio, o “space farming”. Questa pratica non solo riduce il peso della fornitura di cibo necessaria per la missione, ma offre altri vantaggi. Innanzitutto, coltivare ortaggi a bordo consente di ridurre il carico di cibo necessario per la missione, poiché le piante crescono e si sviluppano durante il viaggio nello spazio. Questo significa meno peso da trasportare e semplificazione logistica.

Inoltre, la coltivazione di ortaggi a bordo consente l’indipendenza dalla Terra. Le piante spaziali possono crescere durante il viaggio e la permanenza su Marte, riducendo la dipendenza dalle forniture terrestri. Gli ortaggi, infatti, vengono coltivati utilizzando anche il bio-scarto degli astronauti come concime, trasformando i rifiuti organici in nutrienti per le colture.

La “coltivazione spaziale” combina l’astronautica con le scienze agrarie e può avere effetti importanti anche per noi “terrestri”: i semi inviati nello spazio subiscono mutazioni che hanno effetti incredibili quando ritornano sulla terra. Nel parco nazionale di Gansu Tianshui nella Cina nord-occidentale, tra le tante attrazioni ci sono zucche, i cui semi arrivano direttamente dallo spazio, che pesano oltre 100 chilogrammi. Pure i fiori possono essere coltivati nello spazio e un giorno vedremo giardini spaziali floreali perché anche la bellezza sarà necessaria per sopravvivere nei viaggi interstellari.

Ma come fanno le piante a crescere senza gravità? Di che cosa sa un pomodoro nello spazio? Luca Iovine e Raoul hanno parlato di questi temi, sabato mattina alle 8.25 nella rubrica “Economia per tutti”.

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