Alla fine se n’è andato portandosi nella tomba molti dei segreti di Cosa Nostra. Matteo Messina Denaro è morto per le conseguenze del tumore al colon diagnosticatogli nel 2020 quando era ancora ricercato.
In seguito all’arresto, avvenuto lo scorso gennaio in una clinica palermitana dove andava a farsi curare, era stato sottoposto a chemio direttamente nel supercarcere dell’Aquila. Gli avevano allestito una sorta d’infermeria attigua alla cella. Poi, nel giro di pochi mesi, due interventi chirurgici e il peggioramento: ai medici aveva detto di non volere terapie a tutti i costi. Da venerdì era sedato e gli era stata sospesa l’alimentazione. Al suo capezzale la sorella Giovanna, la nipote avvocato Lorenza Guttadauro e la figlia Lorenza riconosciuta di recente.
Messina Denaro era l’ultimo boss stragista ancora in vita, non si è mai pentito: “Mi avete preso solo per la malattia” dirà ai magistrati di Palermo nell’interrogatorio del 13 febbraio. Negò anche di essere un mafioso: “Cosa Nostra la conosco dai giornali. Magari ci avrò fatto affari, ma neanche lo sapevo”. Bugie. Lui, la primula rossa di Castelvetrano, oltre trent’anni di latitanza, deliberò assieme ai corleonesi omicidi e stragi, da Falcone e Borsellino alle bombe di via Palestro e via dei Georgofili, agli attentati alle chiese di Roma. Decine di morti e feriti sulla coscienza, sconfessati senza battere ciglio e con incredibile nonchalance. Tutti tranne uno, negato invece con forza: il delitto del piccolo Giuseppe Di Matteo, 12 anni, figlio del pentito Santino, rapito e poi sciolto nell’acido. “Io non sono un santo, ma con l’omicidio del bambino non c’entro”. Forse l’unica cosa vera detta ai pm o forse l’ennesima bugia per non vedersi segnato con il marchio dell’infamia di chi uccide i bambini, la peggiore eredità per la figlia che ha appena preso il suo cognome.
Partita ieri sera dall’Aquila dopo l’autopsia, la salma di Messina Denaro è arrivata a Trapani scortata dalle forze dell’ordine, schierate fuori e dentro il cimitero di Castelvetrano dove il 61enne capomafia sarà sepolto. Nessun funerale, ammessi all’interno per un ultimo saluto solo i familiari stretti.
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