In questo appuntamento di “Saluti da Kiss Kiss“, rubrica in onda dal lunedì al sabato su Radio Kiss Kiss, facciamo tappa al Santuario della Santissima Trinità alla Montagna Spaccata, nella città di Gaeta.
La leggenda vuole che, quando Gesù Cristo moriva sulla croce a Gerusalemme, si creò uno squarcio profondo nella roccia, che oggi è conosciuta come Montagna Spaccata di Gaeta.
Il complesso architettonico fu edificato nell’XI secolo dai monaci benedettini su una fenditura che porta fino alla “grotta del Turco“, oggi non raggiungibile a causa di alcuni recenti crolli.
Nel 1434, dall’alto dei due costoni di roccia, si staccò un grande macigno che si incastrò tra le pareti della fenditura, al di sopra dell’ingresso sul mare della grotta. Nel XVI secolo venne realizzata una cappella sul grande masso, che è raggiungibile tramite una scalinata.
Lungo la stretta scalinata, che si sviluppa tra le pareti rocciose, è possibile vedere quella che viene chiamata la “mano del Turco“. Quest’ultima, secondo le leggende, sarebbe un’impronta lasciata da un marinaio turco “miscredente”, che non credeva alla storia della spaccatura e di come fosse stata creata. Improvvisamente, la roccia a cui si era appoggiato diventò morbida, facendogli lasciare l’impronta della sua mano.
La chiesa, in stile barocco, si articola in un’unica navata con volta a botte lunettata e diverse cappelle laterali.
In questo luogo vennero a pregare numerosi pontefici, tra cui Pio IX, vescovi e santi, tra cui Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, San Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo e San Filippo Neri.
Secondo la leggenda, San Filippo Neri visse all’interno della Montagna Spaccata, dove si trova un giaciglio di pietra, oggi denominato “Il letto di San Filippo Neri”.
A Radio Kiss Kiss è intervenuto l’archeologo Andrea Angelucci per parlarci del Santuario della Montagna Spaccata:
«Uno dei luoghi più belli che abbia mai visto al mondo è la Montagna Spaccata di Gaeta con il Santuario della Santissima Trinità. Questo luogo mette insieme arte, fede, tradizioni e un paesaggio incredibile a picco sul mare. Qui c’è una spaccatura nella roccia che la tradizione dice che si sia creata nell’istante in cui Gesù Cristo moriva sulla croce a Gerusalemme. Perciò poi è nato un Santuario. Nel ‘400 cadde un grande masso che si mise in mezzo a questa spaccatura ed è sospeso sul mare; sopra è stata costruita una piccola cappella. Lì vicino c’è la cosiddetta “mano del turco”, una pietra dove ci sono impresse cinque dita. Secondo la tradizione, sarebbe l’impronta della mano di un turco infedele che diceva di non credere. Appoggiandosi alla roccia, che divenne morbida, il turco lasciò la sua impronta. Ci sono richiami anche ai pirati, che nel Medioevo frequentavano la zona, perché si nascondevano lì nella grotta per assaltare le navi cristiane.»
«Dopo aver percorso la via crucis ed aver disceso la scalinata, e quindi essere entrati nel Santuario, è presente una scaletta che sale e che porta sulla cupola della cappella a picco sul mare. Per chi fa arrampicate, lì ci sono vari percorsi. Si tratta di un luogo mistico sotto tutti i punti di vista. La visita dura circa un’oretta e si vede tutto abbastanza con calma. Una volta si scendeva anche all’interno della grotta del Turco, che è impressionante, ma recenti crolli purtroppo hanno impedito di arrivare fino al mare. Per arrivare al Santuario, che si trova poco prima del centro di Gaeta, bisogna percorrere una strada che conduce ad un parcheggio; poi a piedi si raggiunge facilmente il Santuario.»