La top 25 dei più grandi registi di sempre: c’è anche un italiano

La classifica stilata da Collider dedicata ai 25 registi più grandi di sempre raccoglie alcuni dei nomi più influenti della storia del cinema mondiale, spaziando tra epoche, generi e scuole estetiche diverse. In questo panorama quasi interamente dominato da figure statunitensi ed europee, l’Italia trova spazio con un solo rappresentante. Scopriamo chi è.

Stilare una lista dei più grandi registi di ogni tempo è un esercizio destinato a dividere. Collider ci ha provato comunque, ordinando 25 nomi che hanno segnato la storia del cinema, ognuno con un’eredità riconoscibile, uno stile personale e un peso specifico nella cultura popolare. Dal muto al digitale, dall’avanguardia ai blockbuster, è una corsa attraverso oltre un secolo di immagini e di visioni. E in questo viaggio c’è spazio anche per un solo italiano: Sergio Leone.

I maestri del cinema contemporaneo

La classifica si apre con figure che hanno ridefinito il linguaggio del blockbuster. James Cameron (25°), re dei sequel e del box office, seguito da Kathryn Bigelow (24°), capace di portare nel cinema bellico un’intensità quasi documentaria. Tra i nomi meno noti al pubblico occidentale spicca Yōji Yamada (23°), autore giapponese dall’incredibile longevità, mentre George Miller (22°) e John Woo (21°) incarnano due visioni opposte dell’action: il primo anarchico e visionario, il secondo coreografico e poetico.

Nelle posizioni successive trovano spazio talenti relativamente giovani come Damien Chazelle (20°), che ha scritto la propria firma tra jazz, musical e ambizione artistica, e figure complesse come Werner Herzog (19°) e Agnès Varda (18°), entrambi capaci di muoversi con disinvoltura tra fiction e documentario. A chiudere la zona centrale ci sono David Fincher (17°), con la sua ossessione per il controllo, Francis Ford Coppola (16°), autore di vertici leggendari e cadute fragorose, e Bong Joon-ho (15°), diventato riferimento globale dopo Parasite.

Gli innovatori che hanno cambiato linguaggio

In salita, la classifica di Collider ricorda cineasti che hanno profondamente modificato il modo di fare film. Bob Fosse (14°), coreografo della macchina da presa; Billy Wilder (13°), capace di dominare noir, commedia e dramma; Spike Lee (12°), voce radicale del cinema americano. Entra poi in scena Quentin Tarantino (11°), autore che divide ma impossibile da ignorare, seguito da due giganti del Novecento: Charlie Chaplin (10°), padre della poetica del muto, e John Ford (9°), autore che ha scolpito il mito del West.

Guillermo del Toro (8°) porta il fantastico a livelli di poesia visiva, mentre Stanley Kubrick (7°) rappresenta il cinema come architettura totale. Poco sopra, Alfred Hitchcock (6°) sancisce le regole del thriller moderno, e Fritz Lang (5°) dimostra come il cinema possa essere insieme visione politica e spettacolo grandioso.

Il podio dei grandi maestri

In terza posizione, Akira Kurosawa: il suo modo di girare battaglie, eroi e dilemmi morali è ancora oggi un manuale vivente. Ogni suo film rivela una precisione e un’eleganza che hanno influenzato Hollywood quanto il cinema d’autore.

Sergio Leone, l’unico italiano nella lista

Il secondo posto è dedicato a Sergio Leone, l’unico italiano presente nella classifica. Il suo nome basta a evocare deserti assolati, primi piani interminabili, pistole che tremano al rallentatore e le musiche potenti di Ennio Morricone. Leone ha reinventato il western da Roma, capovolgendo i modelli americani e creando un mito che ancora oggi risuona in Tarantino, in Eastwood, in tutta la cultura pop.

Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West e C’era una volta in America sono titoli che hanno ridefinito il concetto stesso di “epico”. Pochi film restano così impressi nell’immaginario collettivo. Pochi registi hanno saputo trasformare un genere in un linguaggio universale. La sua presenza nella top 3 di Collider non è solo meritata: è inevitabile.

Il trionfo di Martin Scorsese

Al primo posto troviamo Martin Scorsese, ancora attivo dopo sessant’anni di carriera e autore di una filmografia che sembra un’enciclopedia vivente del cinema. Dal tormento urbano di Taxi Driver alla furia elettrica di Goodfellas, dalla malinconia di The Irishman all’esplorazione spirituale di Silence, Scorsese ha abbracciato generi e stili senza mai perdere identità. Per Collider, nessuno ha saputo essere così innovativo, prolifico e coerente nella qualità dei risultati.

Una lista che fa discutere, come è giusto che sia

Ogni classifica è opinabile, ma quella di Collider ha il merito di attraversare epoche, culture e linguaggi. Dai capisaldi del muto alle nuove leve del cinema globale, è un modo per riflettere su cosa rende un regista davvero grande: non una singola opera, ma una visione capace di attraversare il tempo.

E tra questi giganti, l’Italia può vantare un posto d’onore grazie a Sergio Leone, l’uomo che ha insegnato al mondo a riscrivere il mito.

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