La ABC, rete televisiva di proprietà della Disney, ha annunciato la sospensione a tempo indeterminato del programma “Jimmy Kimmel Live”. La decisione è stata presa in seguito alle dichiarazioni del conduttore Jimmy Kimmel riguardo all’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, avvenuto il 10 settembre 2025. Kimmel aveva criticato il presidente Donald Trump e i suoi sostenitori per aver politicizzato la morte di Kirk, accusandoli di sfruttare l’evento per attaccare la sinistra senza prove concrete.
Pressioni politiche e reazioni istituzionali
La sospensione del programma è avvenuta dopo che Brendan Carr, presidente della Federal Communications Commission (FCC) nominato da Trump, ha minacciato sanzioni contro la Disney se non avesse preso provvedimenti contro Kimmel. Carr ha dichiarato: “Ci sono modi per gestire queste cose, con le buone o con le cattive”. In seguito a queste pressioni, due dei maggiori proprietari di stazioni televisive locali, Nexstar e Sinclair, hanno deciso di rimuovere “Jimmy Kimmel Live” dai loro palinsesti.
Reazioni del mondo dello spettacolo e della politica
La decisione di sospendere il programma ha suscitato indignazione nel mondo dello spettacolo e tra i politici democratici. Figure come Ben Stiller, Sophia Bush e Chris Hayes hanno condannato la mossa, definendola un attacco alla libertà di espressione e un segnale di tendenze autoritarie. Il sindacato dei giornalisti tedeschi DJV ha criticato la decisione, descrivendola come parte di un’erosione più ampia della libertà di stampa negli Stati Uniti.
Contesto mediatico e implicazioni future
La sospensione di “Jimmy Kimmel Live” si inserisce in un contesto più ampio di pressioni politiche sui media negli Stati Uniti. Recentemente, l’amministrazione Trump ha intrapreso azioni legali contro testate giornalistiche come il New York Times e il Wall Street Journal, accusandole di diffamazione e chiedendo risarcimenti miliardari. Queste mosse sono viste da molti come tentativi di intimidire la stampa e limitare la libertà di espressione.