Margherita Rebuffoni ricorda la figlia Nadia Toffa: “Indosso i suoi vestiti, mi sembra di essere ancora abbracciata a lei. Le Iene? Mai più sentite”

A cinque anni dalla scomparsa di Nadia Toffa, la madre Margherita Rebuffoni condivide ricordi e riflessioni sulla figlia, il rapporto con 'Le Iene' e l'impegno della fondazione a lei dedicata.

A cinque anni dalla scomparsa di Nadia Toffa, giornalista e inviata de Le Iene, sua madre, Margherita Rebuffoni, ricorda la figlia in una toccante intervista al Corriere della Sera, edizione bresciana. Nadia, morta il 13 agosto 2019 dopo una lunga battaglia contro un tumore cerebrale, aveva compiuto 40 anni poco prima, nel giugno dello stesso anno.

Una vita dedicata agli altri

Alla guida della Nadia Toffa Onlus, Margherita Rebuffoni racconta come la fondazione continui la missione della figlia: raccogliere fondi per la ricerca sui tumori e aiutare chi soffre. «Quando abbiamo iniziato, io e mio marito non ci conosceva nessuno – spiega – adesso ci chiamano in tutta Italia per partecipare a eventi che sostengono la ricerca. In questi anni abbiamo raccolto fondi per l’Istituto Besta, per il San Raffaele di Milano, ma anche per don Patriciello e molti altri. Questo ci consente di incontrare persone che le volevano bene e ci dà serenità».

Il legame che continua

Margherita confessa di indossare ancora gli abiti della figlia: «Li metto spesso, mi sembra di essere ancora abbracciata a lei. Nadia io non la sogno mai, però la sento sempre vicina. Il dolore non passa, però quello che facciamo per lei ci aiuta a sopportarlo».

Il rapporto con Le Iene

Riguardo al rapporto con il programma che ha reso Nadia famosa, Rebuffoni è chiara: «Non ci sono rapporti, non sappiamo perché. Li abbiamo visti al funerale, ma non li abbiamo mai sentiti. Mandano sempre in onda i servizi di Nadia, sicuramente sono molto grati a lei per quello che ha fatto, forse alla famiglia un po’ meno. A noi però non importa: abbiamo la sua fondazione e parliamo di lei, e questo è ciò che conta davvero».

Inchieste mai svelate

La madre ricorda anche il lato meno conosciuto del lavoro della figlia: molte inchieste non sono mai state rese pubbliche perché coperte da segreto investigativo. «Spesso andava sotto copertura e in incognito raccoglieva prove importanti che poi consegnava alle forze dell’ordine. L’abbiamo scoperto da poco: Nadia ha realizzato inchieste inedite, ad esempio nella Terra dei Fuochi, ma anche a Trieste, che ancora oggi hanno un risvolto. Molte cose non le sapevamo. Non ci diceva tutto quello che faceva e forse è meglio così, saremmo stati ancora più preoccupati».

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